Riff XII edizione – Spaghetti Story

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Presentato nella sezione National Feature Film Competition del Riff, Rome Independent Film Festival, Spaghetti Story di Ciro De Caro è una commedia ambientata a Roma in cui la risata dello spettatore si unisce alla riflessione sulle generazioni di oggi.

Spaghetti Story, di C. De Caro, Ita 2012, 83’

Sceneggiatura: Ciro De Caro, Rossella D’Andrea
Fotografia: Davide Manca
Montaggio: Alessandro Cerquetti
Scenografia: Rocco Reida
Musica: Francesco D’Andrea
Suono: Paolo Giuliani
Produttori: Pier Francesco Aiello – Andrea de Liberato
Produzione: PFA FiLMS – ENJOY MOVIES
Interpreti: Valerio Di Benedetto (Valerio), Cristian Di Sante (Scheggia), Sara Tosti (Serena), Rossella D’Andrea (Giovanna), Deng Xueying, Tsang Wei Min, GIancarlo Fares, Claudia Vismara, Piersandro Buzzanca, Marisa Scoccia

La prima scena del film di Ciro De Caro c’introduce in quello che sembra essere un litigio tra fratelli. In realtà i due ragazzi stanno ripassando la parte per un provino che deve sostenere Valerio. Lui e Scheggia sono amici da sempre, eppure il loro modo di approcciarsi alla vita è completamente differente. Valerio vive con la ragazza dottoranda, sogna di fare l’attore, cerca di darsi una parvenza da intellettuale e sogna un mondo differente; l’altro, invece, vive con la nonna, si adatta alle circostanze e fa “il venditore al dettaglio”, ovvero il pusher. Il primo sogna il cambiamento, il secondo accetta l’ordine naturale delle cose. La situazione precipita per Valerio che litiga perennemente con la ragazza e chiede continui prestiti economici a sua sorella. Accetta così di fare da corriere a Scheggia e di trasportare all’interno di alcuni Maneki Neko – più semplicemente gatti della fortuna – della droga nuova importata dalla Cina da un certo Pechino che vive insieme a una prostituta di nome Mei Mei. Sarà proprio l’incontro con la ragazza cinese a responsabilizzare Valerio, a fargli trovare un lampo di orgoglio non per svoltare la propria vita, ma per guardare con rinnovata speranza al futuro attraverso il tentativo di ricostituire l’equilibrio passato.

In Spaghetti Story, infatti, non c’è rottura; la figura di Mei Mei, invece che rompere le relazioni esistenti, è piuttosto quel collante che tenta di riunire i quattro protagonisti e le loro storie, tutte con all’orizzonte un sogno, o comunque una opportunità di cambiamento/miglioramento – Serena è incinta, mentre Giovanna ha la possibilità di vincere un corso di cucina cinese da cui è presa molto. Questo è sicuramente uno dei molti elementi originali della commedia di De Caro, il quale basa il suo film sull’amicizia pura e sulla speranza, cercando di rappresentare la generazione di giovani italiani di oggi in maniera ironica e, insieme, reale attraverso quattro “stereotipi” differenti.

Come possiamo leggere nelle note d’autore il film è low-budget e il titolo fa riferimento «ad un modo tutto italiano di fare le cose, “Spaghetti”: un modo semplice, economico, anche povero se vogliamo, ma non per questo privo di creatività, ingegno, passione, emozione». Un prodotto da cui molti main stream dovrebbero imparare.

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Autore

Lorenzo Cascelli

Ho conseguito la Laurea Magistrale in Estetica nel 2012 con una tesi su "The Tree of Life" di T. Malick e "Melancholia" di L. von Trier presso il dipartimento di Filosofia dell'università "La Sapienza" di Roma. Caporedattore prima di Arte e Libri e poi di Cinema presso Pensieri di Cartapesta, da Aprile 2014 sono direttore editoriale di Nucleo Artzine.

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