Non è un caso che per gli organizzatori del Riff il fiore all’occhiello della sezione Feature Film competition sia The Clown (O Palhaço), di Selton Mello; film, tra l’altro, candidato all’oscar per il Brasile.
The Clown (O Palhaço), di Selton Mello, Brasile 2012,88’
Sceneggiatura: Selton Mello, Marcelo Vindicato
Fotografia: Adrian Teijido
Scenografia: Claudio Amaral Peixoto
Montaggio: Selton Mello, Marilia Moraes
Musica: Plínio Profeta
Produzione: Bananeira Filmes, Mondo Cane Filmes
Distribuzione: Imagem Filmes
Interpreti: Selton Mello, Paulo José
Che nesso ci sia tra un pagliaccio, un ventilatore, una cittadina brasiliana di nome Passos, un padre artista e un figlio d’arte, una donna approfittatrice che gioca con le spade, una bambina che sembra una principessa, un reggiseno enorme e un sorriso, proprio non si riesce a capire.
Ovviamente, come in tutte le cose, la fine chiarisce sempre tutto.
Quando il circo, con i suoi camion, arriva in città, tutti si fermano a guardare. Per un artista vedere lo spettatore partecipe, attento e preso dallo spettacolo è di sicuro una grande soddisfazione. È difficile però mantenere alta la tensione artistica, come è difficile mantenere economicamente un’opera circense, soprattutto quando per scambi di favori alcune persone non pagano il biglietto. Lo sa bene Benjamin – Selton Mello, che interpreta e dirige O Palhaço. La sua vita è piena di avventure e imprevisti, ma del resto lavora nel circo Esperanca, zeppo di personaggi improbabili, interessanti e divertenti!
In realtà tutta la pellicola è composta da trame comiche, ma anche molto riflessive. Non è detto, infatti, che chi riesca a far ridere gli altri poi si riesca a divertire. Fastidio, questo il nome d’arte di Benjamin, entra in crisi proprio per questo: «Io faccio ridere gli altri, ma chi è che fa ridere me?». E così lascia il circo, se ne va per ritrovarsi, convinto di poter fare altro e di condividere la vita con qualcun altro. Cerca di entrare nella stratosfera della società. Una società che non gli appartiene.
Poi… Accade. La magia di un sorriso, del gesto più naturale e spontaneo del mondo; perché «Il gatto beve il latte, il topo mangia il formaggio e io sono pagliaccio», perché ognuno deve fare ciò che sa fare.
È un film che scioglie, che commuove e lascia una forte sensazione di piacere dentro. La luce negli occhi dei personaggi cambia durante il corso della storia, come quella negli occhi degli spettatori.