L’ORIGINE DEL MONDO
scritto e diretto da Lucia Calamaro
con Daria Deflorian, Federica Santoro, Lucia Calamaro
disegno luci Gianni Staropoli
realizzazione scenica Marina Haas
aiuto regia Francesca Blancato
dal 10 al 26 febbraio 2012, Teatro India – Roma
Delicato, intelligente, appagante e ironico, sul filo del rasoio tra monologo interiore e flusso di coscienza joyciano, sebbene naturalmente più contemporaneo, più strutturato, punteggiato.
L’origine del mondo, opera in quattro quadri (visionati tutti di fila nella maratona finale), ruota intorno al malore – o disagio, forse noia, forse aspirazione – che, a un certo punto dell’esistenza, stordiscono l’individuo fino a costringerlo quasi a uno stallo fisico, mentre deve fare i conti con cosa si è e cosa non si è, cosa si vuole, cosa si ha, cosa manca.
Una donna, mamma, sola, forse depressa, chiusa in casa – uno spazio artificiosamente grande, il cui vuoto è accentuato dal bianco acceso delle pareti – ci regala, nelle sue interazioni con la propria figlia, la propria madre e la propria analista, uno specchio di quello che siamo, dei mondi in movimento alla ricerca, se non della felicità, almeno di una centratura.
Lo spettatore segue il suo viaggio anche e, soprattutto, con l’udito. Mai come in questo caso la scelta di microfonare gli attori (una pratica che andrebbe il più possibile evitata) risulta essenziale e tematica. Soprattutto quando a parlare è la luminosissima Daria Deflorian, non è solo la voce a essere amplificata ma, sembra, tutto il lavorio cerebrale del suo personaggio, immerso in una quotidianità aliena e familiare insieme: la parola si fa pensiero, anziché il contrario.
Così, ogni dettaglio comune diventa tessera di un mosaico ancora incompleto e inevitabilmente destinato a restare tale. Affetti, cibo, sogni, citazioni, libri, vestiti, madri, figlie, nipoti, mariti, analisti: tutto è grande e tutto è piccolo; tutto diventa enorme, amplificato e tutto viene ridimensionato al tempo stesso.
Le tre generazioni femminili risultano, nonostante gli enormi spazi del Teatro India, così vicine da poterle toccare, e questo è un merito tanto testuale (Lucia Calamaro) quanto attoriale (Daria Deflorian, Federica Santoro, Lucia Calamaro) di grandissimo pregio.
E così, immedesimandoci nella nostra protagonista, potremmo dire che toh, cinque ore… e son volate via.