Birre e rivelazioni rassegna Garofano Verde di Tony Laudadio regia Roberto De Francesco e Andrea Renzi con Roberto De Francesco e Andrea Renzi 9 Settembre Teatro Argentina, Roma
Birre e Rivelazioni di Tony Laudadio con Roberto De Francesco e Andrea Renzi, il secondo spettacolo della rassegna “Garofano verde” il cui tema centrale è l’omosessualità, è andato in scena presso un Teatro Argentina quasi completo. Il palco è semplice e minimale: due tavoli, quattro sedie e due attori. Un professore di liceo e il gestore del pub dialogano per l’intera ora di durata dello spettacolo consumando otto birre accompagnati dalla musica di Simon&Garfunkel dall’overture di Mrs. Robinson a The Boxer. Ma il vero protagonista è il terzo personaggio che è solamente evocato e non compare mai, il figlio diciottenne del gestore del pub, nonché studente del professore, al quale ha dichiarato la sua attrazione per il sesso maschile.
Non si tratta di un delirio etilico mosso dalle birre ma di una vera e seria riflessione piena di spunti e di contraddizioni. Lo spettacolo è la rappresentazione delle problematiche che la vecchia generazione ha ad accettare la nuova con tutti i suoi turbamenti, le sue scelte e le enormi difficoltà di confronto. Il padre ha previsto un futuro per il figlio fatto di certezze in un percorso segnato e in discesa e la scoperta di un cambiamento così netto dei suoi programmi finisce per destabilizzarlo portandolo a non accettare l’unicità del figlio, essere umano in grado di compiere delle azioni e fare delle scelte in maniera autonoma ed individuale.
Il padre del ragazzo non accetta la realtà e, quando viene a sapere di un bacio tra il figlio e il professore anche lui omosessuale, dà in escandescenze per poi riflettere sconfortato durante una brevissima ma molto intensa scena della sesta birra e chiedere nella successiva aiuto al professore. Non un aiuto al fine di cambiare la realtà ma piuttosto un semplice e rassegnato sostegno soprattutto morale ad accettare una situazione imprevista che consenta un riavvicinamento al proprio figlio al solo scopo di non abbandonarlo in un momento di vita difficile e pieno di dubbi. In cambio il professore chiede prima all’uomo che gli strisci letteralmente sotto i piedi implorando il suo supporto e infine, una volta accolta la prima richiesta, accetta di aiutarlo solo nel caso in cui gli si conceda carnalmente. Un vero e proprio ricatto: il padre per il figlio. L’uomo, rassegnato, acconsente ma l’atto fisico non si conclude. Lo scopo del professore era infatti quello di provocare il padre in maniera forte ed estrema e stimolarlo affinché si rendesse conto che i reali problemi della vita sono altri e capisse che per amore anche lui è disposto a tutto.
Dalla prima all’ottava birra cambiano molti aspetti: il linguaggio da gentile, formale ed educato diviene violento, aggressivo ed offensivo; il pub in cui avviene il dialogo da luogo di pace e relax si trasforma in una prigione emotiva, una gabbia dentro la quale sono racchiuse tutte le paure e le insicurezze della società e dalla quale sembra impossibile evadere; i sentimenti del padre da furiosi ed ottusi divengono inizialmente rassegnati e infine si schiudono sino ad arrivare all’accettazione del figlio per un puro sentimento di amore; il professore da persona mite sembra diventare un uomo meschino e vendicativo per poi tornare quello della prima parte dello spettacolo ed emozionarsi di fronte all’amore paterno.
La conclusione rappresenta una visione ottimistica e un po’ stereotipata della vita in cui l’amore trionfa e risolve ogni problema e nella fattispecie consente il superamento di qualsiasi difficoltà riuscendo nel suo scopo ultimo di mettere in contatto due generazioni estremamente diverse e conseguentemente molto distanti.
