di Luigi Pirandello
adattamento e regia Roberto Latini
musiche e suoni Gianluca Misiti
luci Max Mugnai
video Barbara Weigel produzione Fortebraccio Teatro21 febbraio 2016, Teatro India, Roma
Dal 17 la 28 febbraio prende corpo sul palco del Teatro India il mondo immaginario di Roberto Latini ne I giganti della montagna di Pirandello. Il testo è l’ultimo dei capolavori pirandelliani, non completo a causa della morte dell’autore: rarefatto ed evocativo nella stesura originale, assume in questa rappresentazione un carattere onirico.
Il testo, nella messa in scena del regista, è smembrato, privato della sua trama orizzontale e ricomposto intorno alle false verità proposte dalla sua mente.
La vicenda racconta di una compagnia di attori che dopo numerose peregrinazioni, compiute al fine di portare in scena il proprio spettacolo La favola del figlio cambiato, giungono in un luogo fuori dallo spazio e dal tempo. Qui incontrano il Mago Cotrone il quale li introduce al mondo degli spiriti e delle magie che circonda la cosi detta Villa degli Scalognati. Gli attori, scontenti della malasorte che insegue la loro missione artistica, esprimono i loro drammi ai personaggi che abitano il posto. Nulla di tutto ciò è percepibile, se non a tratti, nella versione di Latini. Le parole e i monologhi di Pirandello non si perdono ma vengono tolte dalla bocca dei personaggi, svuotati di ogni carattere, e reinterpretate secondo uno schema o un senso sconosciuto a Pirandello. La compagnia della contessa e il Mago Cotrone sono avvolti da una nuova magia: la fantasia di Roberto Latini.
Le musiche incalzanti di Gianluca Misiti definiscono chiaramente il ritmo dello spettacolo con un rock elettronico che smuove immagini e sensazioni e, insieme al disegno luci di Max Mugnai, agli effetti speciali e al video di Barbara Weigel, trasportano il pubblico in una dimensione onirica. Alla parte tecnica, sono dedicati lunghi momenti, a volte intere scene.
Al centro di un affiatato gruppo di artisti professionisti questo attore sensazionale si distingue in abilità tecniche ed emotive di altissimo livello: richiama la commedia dell’arte nell’uso della maschera, definisce i personaggi attraverso i cambi vocali e dona il suo corpo fino alla nudità.
Roberto Latini è uno scienziato del teatro, uno sperimentatore ardito, uno stregone che dona l’incanto di sé stesso. I giganti della montagna, nella sua versione, non è un semplice studio di Pirandello, ma un lavoro sull’immaginazione e sulla capacità di rendere concreto ciò che è astratto nella mente del regista. La fantasia è vita di tutti i giorni, si alterna con i sogni ed è motore di emozioni.