regia Claudio Sportelli
autori Claudio Sportelli, Nathalie Bernardi
attori Claudio Sportelli, Nathalie Bernardi
29 Agosto 2016, Roma Fringe Festival, Roma
Quest’anno la meravigliosa location di Villa Ada accoglie i 46 spettacoli selezionati per la quinta edizione del Roma Fringe Festival. All’interno del festival, durante le due settimane di rappresentazioni, le compagnie partecipanti si esibiscono su tre palchi differenti collocati sull’isola di Villa Ada. Lo Inferno, spettacolo diretto da Claudio Sportelli e scritto in collaborazione con Nathalie Bernardi è stato ospite di questa cornice dedicata al teatro off nazionale.
Lo spettacolo vuole aprire una finestra fra pubblico e palco, sulla situazione familiare di una coppia di anziani: giunti al momento in cui devono fare i conti con la propria vita che si sviluppa in continui schemi e meccanismi in cui l’abitudine e la reiterazione dei gesti, dei movimenti e dei pensieri sembra non poter avere fine.
Una stanza fisica e mentale, claustrofobica, che i due protagonisti sembrano detestare ma dalla quale non hanno intenzione di uscire, per abitudine tanto quanto per timore di scoprire che spesso si può confondere la violenza di uno stupro con la passionalità del fare l’amore.
Tollerare il presente sembra impossibile tanto quanto accettare un eventuale fallimento: il tempo perso è perso e non si può tornare indietro per cambiare le cose diventando così vincitori all’interno della propria vita.
La scenografia essenziale non ha fatto sentire la mancanza di altri elementi scenici, ma gli attori – indubbiamente di talento – non sono riusciti a trasmettere completamente al pubblico la criticità della situazione, nonostante l’aspetto grottesco di tutta la messa in scena, sicuramente apprezzabile. Nonostante gli sforzi visibilmente compiuti dai due interpreti, lo spettacolo non ha creato quel rapimento per la scena e per la storia, a volte troppo lunghe e di difficile comprensione drammaturgica.
La regia semplice e diretta ha creato uno spettacolo più o meno fronte pubblico senza molte ed inutili peripezie tecnico/registiche, senza comunque mascherare l’idea del lavoro, che comunque risulta essere molto interessante.