Roma Fringe Festival: Delirio Registico

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Domenica 7 Luglio 2013 al Roma Fringe Festival ha debuttato Delirio Registico, un lavoro proposto dalla compagnia Marluna Teatro: un concerto poetico che cerca e trova nel Teatro la sua ispirazione per creare una storia da rappresentare.

Delirio registico

regia: Maria Elena Germinario
testi: Teodora Mastrototaro
con: Maria Elena Germinario
chitarra e voce: Savino Lasorsa
pianoforte e arrangiamenti musicali: Gaetano Pistillo
luci: Gianluigi Carbonara
produzione: Marluna Teatro
dove: Villa Mercede, Roma
quando: 7-9 luglio 2013
info: sito Marluna Teatro, sito Roma Fringe Festival

 

L’Associazione Culturale Marluna Teatro è una realtà nata a Trani nel 2007 e si occupa di produzioni teatrali, di formazione, di organizzazione e promozione eventi culturali. Con lo spettacolo Delirio Registico, alcuni suoi componenti hanno partecipato all’edizione 2013 del Roma Fringe Festival.

Lo spettacolo è la messa in scena di un testo poetico accompagnato dalla chitarra e dalla voce di Savino Lasorsa e dagli arrangiamenti del pianista Gaetano Pistillo oltre all’interpretazione dell’attrice Maria Elena Germinario, qui in veste anche di regista; gli elementi musicali e il gioco di luci sono le chiavi per rendere il verso poetico una perfomance teatrale completa.

Delirio Registico nasce dalla necessità di raccontare la crisi dell’artista in cerca di una storia e nuovi personaggi da rappresentare con la speranza di scalfire la crisi teatrale e la mancanza di idee in ambito drammaturgico; ma questo spettacolo vuole anche raccontare la possibilità di salvezza insita solo ed unicamente nel corpo dell’Attore, unico salvatore in grado di rendere vivo il Luogo del teatro.

L’attrice è sdraiata per terra, coperta da un telo rosso, e tutto intorno vestiti e oggetti sparsi alla rinfusa. Sul fondale i due musicisti che accompagnano con i loro strumenti e arricchiscono la perfomance dell’attrice. Lei inizia a vagare tra questi elementi abbandonati scrutandoli, riconoscendoli, giocando a far rivivere i personaggi legati a quei vestiti (un frac, un abito da sposa, una tunica tipica delle dame rinascimentali) fino ad accumularli tutti insieme e nasconderli in un baule posto vicino alle quinte: è come se li volesse difendere e volesse custodirli per il momento giusto. Ma affinché la ricostruzione sia completa bisogna continuare a cercare.

Le idee di base e l’attualità di un testo che tenta di sconfiggere questa reiterata crisi del teatro sono molto interessanti e stimolanti. Tuttavia a teatro il linguaggio poetico, in questo caso anche accompagnato da un arrangiamento musicale, può rischiare di risultare monotono o chiuso in se stesso se non supportato da una performance che inchiodi lo spettatore con tonalità di voce differenti o da azioni sceniche costantemente legate alla drammaturgia, in questo modo più fruibile.

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Redazione

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