regia Claudia Storace
drammaturgia Riccardo Fazi
ideazione Muta Imago
direzione tecnica Maria Elena Fusacchia
con Annamaria Ajmone e Sara Leghissa
esecuzione musicale Ensamble Arte Musica: clavicembalo Francesco Cera soprano Luca Franzina mezzosoprano Maria Chiara Gallo tenore Riccardo Pisani, Andres Montilla Acurero basso Walter Testolin violino Prisca Amori, Gabriele Politi viola Pietro Meldolesi violoncello Andrea Lattarulo tiorba chitarra Francesco Tomasi consulenza musicale Allesandro Taverna costumi Fiamma Benvignati luci Gianni Staropoli
30 settembre 2017, la Pelanda, Roma
La compagnia Muta Imago porta in scena al Romaeuropa Festival l’allestimento del ciclo dei canti guerrieri, prima parte dell’ottavo libro, del compositore barocco Claudio Monteverdi.
Muta Imago propone al pubblico del festival un teatro musicale, dove la partitura dei brani è fedele al materiale originale di Monteverdi. La regia di Claudia Storace affianca alla musica cortese e poetica del compositore la messa in scena di un mondo selvaggio e primitivo.
Gli spazi scenici sono presentati nettamente divisi in due parti, un’area sopraelevata è dedicata all’esecuzione musicale dell’orchestra barocca dell’Ensameble Arte Musica, mentre il palco è riservato alla performance degli artisti.
Il tema centrale con cui questi due mondi sono messi in relazione è quello dell’amore, inteso come guerra, della primavera come rinascita violenta e giocosa.
Gioco e crescita che attraversano le tre fasi della vita dell’uomo, infanzia pubertà e vecchiaia.
Le performer Annamaria Ajmone e Sara Leghissa hanno creato una coreografia nata da una ricerca approfondita dei rituali d’accoppiamento del regno animale, in particolar modo degli uccelli, e di come questi vengano poi simulati nei balli dalle popolazioni nomadi e primitive. Il risultato è una danza carica di mistero e sensualità, dove il gesto violento e brusco, si trasforma in un movimento ritmico e ripetitivo, facendo si che il corpo divenga il protagonista indiscusso della scena: corpo come desiderio e apoteosi della vita.
Lo spettacolo è molto ambizioso, la sua riuscita non è per nulla semplice e la regia ha saputo ben sposare e amalgamare gli elementi di danza e di musica.
Il risultato è quello di uno spettacolo fuori dagli schemi, raffinato e ricercato allo stesso tempo, grazie anche ad una scenografia dinamica e animata.
L’esecuzione da parte dell’orchestra e dei cantanti è stata impeccabile ed emozionante, non risultando mai tediosa o di difficile ascolto.
I costumi di scena meritano una menzione per la loro grande originalità e bellezza, così come le luci hanno saputo rendere un’atmosfera segreta e intima.
I Canti guerrieri è uno spettacolo originale e complesso, dove tutte le parti di cui è composto riescono ad affascinare e rapire il pubblico, estasiato e colpito della visione dello spettacolo. Questo dimostrato che il teatro musicale è una forma d’arte che può ancora appassionare il pubblico moderno e che merita di essere nuovamente esplorata.