Con lo svolgersi del Romaeuropa Festival 2012, direttamente dalla Spagna al Teatro Palladium di Garbatella, le danzatrici Begoña Quiñones e Muriel Romero interagiscono con musica e video proiezioni creando uno spettacolo completo e stimolando continuamente la fantasia del pubblico.
Stocos
Idea di: Pablo Palacio, Muriel Romero
Coreografia: Muriel Romero
Interpreti: Begoña Quiñones, Muriel Romero
Composizione del suono in 8 canali: Pablo Palacio
Simulazione visiva interattiva: Daniel Bisig
18 novembre 2012 – Teatro Palladium, Roma
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La direzione dell’indagine, leitmotiv di tutto lo spettacolo, è senza dubbio il prodotto che nasce dalla partecipazione di più linguaggi artsitici. Il movimento sinuoso e al contempo nervoso della danzatrice e coreografa Muriel Romero, la musica dai moltissimi suoni campionati dal compositore Pablo Palacio e le proiezioni video astratte e geometriche di Daniel Bisig, sono protagoniste indiscusse di Stocos.
Il titolo richiama e deriva dai processi stocastici, terreno comune che ha interessato e unito i tre diversi artisti; il processo stocastico è, infatti, un processo aleatorio applicabile in molte discipline, dalla matematica alla musica, dalla fisica al movimento. Fulcro del pensiero è che le situazioni varino in base a leggi probablistiche e casuali, quindi in questo senso ogni esibizione di Stocos sarà diversa dalla precedente e dalla successiva, perché frutto di mutazioni dovute a leggi non calcolabili, benchè si mantenga una schema fisso.
Enormi scarabocchi sono seguiti dal suono amplificato di una matita sul foglio, quasi fosse quest` ultimo a dargli vita; ronzii di sciami d’api che inseguono insistentemente le ombre delle danzatrici; effetti rallentati, sfumati e a riverbero sui movimenti delle due interpreti, contribuiscono in toto a creare una quarta dimensione.
Molto d’effetto è l’utilizzo improvviso della luce bianca, che invade prepotentemente il palcoscenico e il pubblico, portandolo da un’atmosfera più soffusa e intima ad una più sguaiatamente vera, costringendolo a cambiare prospettiva.
Interessante è che tutti e tre linguaggi interagiscano e influsicano l’uno sull’altro egualmente. Non solo la musica irradiata da microfoni a pioggia sul palco e tra il pubblico condiziona le dinamiche delle due danzatrici, ma lo stesso movimento di queste ultime, captato da sensori ed altri apparecchi, modifica il flusso sonoro e l’andamento delle proiezioni. Preziosissimi, dunque, quegli attimi che coronano per un istante l’abbraccio di tutti e tre i linguaggi in un’apoteosi visiva, uditiva ed emozionale.