La quarta giornata della Festa del Cinema di Roma, si apre con uno dei film più attesi della stagione cinematografica 2015, The Walk 3D di Robert Zemeckis. Tratto dal libro autobiografico del funambolo francese Philippe Petit, The Walk 3D racconta la preparazione e il momento in cui l’artista nel 1995 ha attraversato le Torri Gemelle del World Trade Center sospeso nel vuoto su di un filo. Un film reso da Zemeckis una vera e propria esperienza visiva, intensificato ancora di più dall’ottima interpretazione dell’attore protagonista Joseph Gordon-Levitt. A presentare la pellicola il vero protagonista, Philippe Petit.
Ad affiancare il film tre pellicole all’interno della Selezione Ufficiale, tra cui una collaborazione con Alice nella Città, ovvero Une enfance di Philippe Claudel, storia di un’infanzia difficile e consumata troppo in fretta, tra il menefreghismo materno e la prepotenza paterna.
Tra le altre pellicole troviamo Les Rois du monde, primo lungometraggio dell’attore e regista teatrale Laurent Laffargue. Un film in bilico tra la tragedia greca e il western, e il secondo italiano in gara, Gianni Amelio con il documentario Registro di classe – Libro Primo 1900-1960, realizzato con la collaborazione Cecilia Pagliarani.
A seguire il primo lungometraggio del messicano Celso García, La delgada línea amarilla, il più atipico dei road movie. Con sullo sfondo Una Storia Vera di David Lynch, il film di García porta sullo schermo la storia di cinque uomini, alla ricerca di una svolta lavorativa ed esistenziale, che in due settimane dovranno verniciare, per ben 217 chilometri, la linea divisoria tra due carreggiate di una strada statale. Identificando con la sottile linea gialla la vita e la necessità di trovare una risposta “dritta” ai propri dilemmi, i cinque compiono un cammino alla scoperta di sé e dei propri sogni. Nonostante i temi ampiamente dibattuti in passato, come ad esempio l’abbandono o la richiesta di un’ulteriore possibilità, il film è un’opera godibile che si costruisce sull’estemporaneità dell’amicizia e sulla sua potenza vivificante.
Nuovamente doppietta, invece, per gli Incontri Ravvicinati. Il tardo pomeriggio viene aperto dalla conversazione con il celebre regista della simmetria, Wes Anderson, e la scrittrice premio Pulitzer Donna Tartt. L’interessante conversazione procede lungo la scia delle trasposizioni cinematografiche fino ad arrivare al cinema neorealista italiano e quello contemporaneo. In particolare Anderson esprime la sua opinione sul fenomeno delle trasposizioni e contaminazioni letterarie nel cinema oggi. «Non sarei sorpreso se il 60% dei film che si producono oggi si rivelassero adattamenti di un libro. Per Grand Budapest Hotel abbiamo rubato un po’ di cose a Stephen Zweig, abbiamo preso ciò che volevamo, inventando però tutto il resto. È questo il modo in cui amo lavorare: non voglio adattare in maniera tradizionale, voglio prendere qualcosa e poi costruirci intorno il mio film. »
Le clip scelte, sia dalla Tartt che da Anderson, sono state: Medea di Pier Paolo Pasolini, La notte di Michelangelo Antonioni, La signora di tutti di Max Ophulus, La grande bellezza di Paolo Sorrentino e L’oro di Napoli di Vittorio De Sica.
La sera, invece, prosegue con un duo horror: Dario Argento e l’americano William Friedkin, padre del celebre L’Esorcista. L’incontro, moderato dal direttore artistico della Festa Antonio Monda, è stato condotto attraverso la scelta di alcune clip di Profondo Rosso e de L’Esorcista scelte, rispettivamente, dai due registi. I film, capisaldi dell’horror old school, sono stati analizzati per i loro pregi, in particolar modo per la mancanza di effetti speciali, come nel caso de L’Esorcista, e per l’uso insolito della colonna sonora utilizzata da Dario Argento nella maggior parte dei suoi film. Alla vita professionale sono stati uniti momenti della vita privata, ma pur sempre artistica dei due registi, che hanno ricordato aneddoti, come l’incontro tra un giovanissimo Friedkin e il maestro della suspense Hitchcock, il quale criticò il suo modo di vestire poco professionale. Altro tema discusso dell’incontro è stato il rapporto con le donne sia nella vita professionale che in quella privata, quindi in particolare per Argento il rapporto con la figlia, iniziato prestissimo a livello professionale.
Altro protagonista di questo quarto giorno di Festa è la terza, e ultima, Retrospettiva dedicato al regista, sceneggiatore e produttore cileno Pablo Larraín. Cinque appuntamenti al MAXXI con oggetto tutte e cinque le pellicole di questo artista del panorama contemporaneo internazionale cinematografico: Fuga (2006), Tony Manero (2009), Post Mortem (2010), No – I giorni dell’arcobaleno (2012) e il recente El Club (2015).
Alice nella Città continua a parlare d’infanzia e di bambini cresciuti troppo in fretta con la vera rivelazione dei film proposti in concorso: Mustang, opera prima della giovanissima Deniz Gamze Ergüven, portato al 68esimo Festival di Cannes e probabile candidato della cinquina della sezione Miglior Film Straniero ai prossimi Oscar, è la storia di cinque sorelle vittime di una mentalità ancora troppo ristretta, di “valori” obsoleti e di libertà negate. Mustang conduce lo spettatore alla riflessione chiudendo con una profonda e agrodolce speranza.