Hitchcock Truffaut, Kent Jones, USA, Francia 2015, 83′ Prodotto: Artline Films, Cohen Media Group Distribuito: Cinema di Valerio De Paolis @ alla Decima Festa del cinema di Roma
Presentato dallo stesso Antonio Monda alla quinta giornata della Festa del Cinema di Roma, il film Hitchcock Truffaut di Kent Jones è uno tra gli Omaggi più attesi di questa 10° Festa del Cinema di Roma.
Il progetto parte dalla storica intervista di Truffaut a Hitchcock, divenuta successivamente uno dei libri capisaldi per tutti gli appassionati e adetti ai lavori.
«Mio padre era un appassionato di cinema. Quel libro lo aveva nella sua collezione personale»
Queste sono le parole del regista americano David Fincher, il primo tra i molti autori del cinema contemporaneo a parlare di questi due grandi artisti.
Il film-documentario, annunciato per la prima volta al 67° Festival di Cannes, vuole essere una vera e propria conversazione di cinema, che prende come fulcro centrale l’opera di Alfred Hitchcock, la sua influenza sul contemporaneo e la sua diversità con quello di François Truffaut.
Un’ora e mezza di vera propria immersione nel mondo della settima arte raccontata attraverso gli occhi di chi l’ha fatta e di chi la fa ancora, dopo aver imparato dagli stessi autori del film.
Kent Jones costruisce un vero e proprio puzzle di storia del cinema attraverso stralci di conversazione sovrapposti alle stesse fotografie della storica intervista, durata ben otto giorni. Spezzoni dei film sono presi come oggetto di conversazione, così come stralci dell’intervista stessa in versione cartacea. Tra le interviste di registi contemporanei si annoverano: David Fincher, Wes Anderson, Martin Scorsese, James Gray, Richard Linklater, Kiyoshi Kurosawa.
Attraverso le testimonianze e i racconti, emergono aspetti della vita personale e professionale di entrambi i registi, divenuti in seguito veri e proprio amici e confidenti. Alcune sequenze riportano parte dello scambio epistolare, sempre contraddistinto da un profondo rispetto e dalla stima reciproca.
Le carriere dei due autori cinematografici hanno origini molto differenti e partenze differenti. Hitchcock, dopo una formazione da ingegnere, si avvicinò al cinema subito dall’interno, rivestendo più ruoli, dall’assistente allo sceneggiatore, prima di arrivare alla regia a ventitre anni. A François Truffaut il cinema arriva sottoforma di critica, grazie al sostegno di uno dei maggiori esponenti della critica cinematografica francese, André Bazin, direttore della rivista Cahiers du Cinèma, sulla quale Truffaut ha iniziato il suo percorso da critico prima di diventare regista.
I loro stili sono radicalmente differenti. La perfezione matematica di Hitchcock, illustrata perfettamente dai racconti di Martin Scorsese, è sostituita dall’istinto più confusionario e grezzo di Truffaut, elemento caratteristico della Nouvelle Vague.
Nella stessa intervista i due registi scherzano su sulle loro differenze, in particolar modo Hitchcock. Famoso per il suo rapporto conflittuale con gli attori, come lo stesso Scorsese afferma, Hitchcock non comprende il modo confidenziale e intimo, il tipo di lavoro dilatato e improvvisato gestito dall’attore adottato da Truffaut. Del resto il modo in cui Hitchcock lavorava, è stato paragonato più volte alla maniacale perfezione di Fritz Lang, e su questo sembra essere concorde lo stesso Fincher.
«La recitazione è una partante importante nel cinema, ma non l’unica»
Hitchcock Truffaut è un film che vuole essere un approfondimento del libro. Un’opera destinata sia agli addetti ai lavori sia agli appassionati, ma anche a tutto quel pubblico che ha amato, odiato, si è emozionato e ha creduto veramente nell’immensa dote artistica di queste due figure illustri che, volenti o nolenti, hanno cambiato e riscritto la storia del cinema mondiale.