Rubble and Revelation: Cyprien Gaillard

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Concepita per il panificio militare della Caserma XXIV Maggio, la mostra Rubble and RevelationRivelazioni e rovine -, è la prima grande personale di Cyprien Gaillard in un’istituzione italiana.

Titolo: Rubble and Revelation-Rivelazioni e Rovine

Artista: Cyprien Gaillard

Luogo: Caserma XXIV Maggio – Via Vincenzo Monti 59 Milano

a cura di Massimiliano Gioni, Direttore Artistico Fondazione Nicola Trussardi

fino al 16 Dicembre 2012

Galleria fotografica della mostra

Curata da Massimiliano Gioni per conto della Fondazione Trussardi, l’esposizione racconta, attraverso un’estetica cruda e spettacolare, la poesia della distruzione e della decadenza, il destino ineluttabile dell’uomo di fronte allo scorrere del tempo.

Composizioni di polaroid dentro teche di vetro, un vecchio filmino in pellicola 35mm, stampe in bianco e nero, disposte con rigore scientifico su tavoli d’alluminio bianco e accostati a frammenti di meteoriti, collage e frottage, mettono in mostra eventi catastrofici, esplosioni industriali, demolizioni imponenti, paesaggi rotti, nascosti, disabitati, sanguinanti, affaticati da immondizie.

Grazie al bianco e nero, prende vita la violenza, abilmente celata e, come un dietro le quinte della macchina fotografica, ripresa un attimo prima che avvenga, o un attimo dopo; macerie, marmi divelti e vetri spaccati, tifoni, sangue che scorre, alberi abbattuti, glaciazioni, collisioni tra esseri umani, tra macchine ed esseri umani, tra macchina e macchina, tra uomo e natura, tra fenomeni naturali e manufatti.

Le composizioni gettano una luce oscura (o rischiarano dopo la cecità) sulla fenomenologia (nel senso di attività manifestativa del fenomeno che si autodà) della civiltà contemporanea: lattine di birra in frigo accanto ai pistoni delle macchine industriali, agli scheletri di animali preistorici.

Gaillard ritrae e accosta romanticamente tristi e solitari paesaggi urbani: edilizia popolare e obelischi funerari, stalattiti e palazzi coperti di neve, tags sulle rovine, ossari e architetture di pietra, altoparlanti, schermi lcd, pannelli pubblicitari rivolti verso nessuno, nuove statue moderne su pilastri d’alluminio invece che di marmo, carcasse di mitragliatrici nella giungla e sarcofaghi, castelli in rovina e palazzi bombardati.

Colonna sonora composta per accompagnare l’intera mostra è il brano, d’atmosfera noir, Prelude dei Salem. Re-editing elettronico de L’oro del Reno di Wagner, grande affresco storico e mitologico, che si conclude con la caduta degli dei e la rovina di un’intera civiltà. Gaillard, autodefinitosi «archeologo delle rovine della modernità», è ironicamente consapevole che tra 74000 anni nessuno noterà la differenza tra un rudere di una torre e un bunker militare. Sempre che ci sia qualcuno, eventualmente, in grado di farlo.

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Redazione

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