Sacha Turchi, Alessandro Visi, Pablo Mesa Capella: Floracult

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Titolo: Floracult

Artisti: Sacha Turchi, Alessandro Visi, Pablo Mesa Capella

Luogo: I Casali del Pino, Via Giacomo Andreassi 30

25 – 27 aprile

Si è appena conclusa la V edizione di Floracult, tenutasi dal 25 al 27 aprile ai Casali del Pino, all’interno dello splendido Parco di Veio. La manifestazione è interamente dedicata alla natura e si pone l’obiettivo di riportare quest’ultima al centro della cultura, offrendo la possibilità di esporre i propri prodotti a vivai e fioristi, che a dispetto della pubblicità dell’evento e del costo del biglietto di ingresso non sono stati molto numerosi.

Una nota di merito va alla presentazione di lavori di artisti che si rifanno alla natura per le loro creazioni. A partire da Alessandro Visi, l’ultimo minusiere rimasto, vale a dire l’ultimo fabbricante di mobili di legno intagliato e scolpito, capace di piegare questa materia prima al suo volere, creando mobili che decontestualizzati dal loro fine assumono valenza di opera d’arte.

Coinvolgente è il lavoro di Sacha Turchi: intitolata Padma, che in sanscrito vuol dire loto, la scultura si presenta come una crisalide di farfalla pronta a schiudersi. Lo spettatore può interagire con essa, “infilandosi” nella struttura o toccando con la mano l’intreccio delle corde, che ad ogni tocco producono un suono differente.

All’edizione di quest’anno ha partecipato anche Pablo Mesa Capella col suo progetto “Natura onirica. La memoria degli oggetti”. Teche che abitualmente sono utilizzate per contenere reliquie o statuette di santi, ospitano al loro interno oggetti vari come teschi, carte da gioco e fotografie in bianco e nero, recuperati dall’artista stesso nei mercatini; il tutto mescolato con piante ed insetti imbalsamati.

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Ogni teca è dedicata a tematiche differenti, che spaziano dalla favola di Lewis Carroll “Alice nel paese delle meraviglie”, alla guerra e alla classicità antica, rendendo così omaggio al Parco di Veio e alla sua storia. Il risultato finale è davvero sorprendente: questi micromondi, a sé stanti e isolati,  incuriosiscono lo spettatore, che si avvicina al vetro per scoprirne il contenuto, mettendo a fuoco così i singoli tasselli di questo puzzle tridimensionale.

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Con “Natura onirica”, Pablo continua ad occuparsi del tema della memoria, caposaldo del suo lavoro artistico come abbiamo potuto vedere in precedenza con “Cartes de Visite. Materia sensibile”; nello specifico questo progetto è stato presentato per la prima volta nella mostra Wunderkammer, curata da Antonio Nardone presso l’Academia belgica di Roma per essere poi esportato a Bruxelles.  Sarà ulteriormente approfondito in occasione della personale dell’artista, che si terrà il prossimo autunno presso la galleria Emmeotto di Roma.

 

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Autore

Carmen Capacchione

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