Salvatore Frangiamore |Opere

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Frangiamoreautoritratto

Autore: Salvatore Frangiamore

Titolo: Opere

Luogo: Galleria Recta, Via dei Coronari, 140

fino al 27 giugno 2015

Segnaliamo la proposta della galleria Recta pur nell’imminenza della chiusura e ne spiegheremo il motivo nel corso di questa recensione.

Nella vasta scelta offerta quasi giornalmente da musei e gallerie romane, troviamo artisti alla moda o di sicuro richiamo a fianco a nomi meno conosciuti e questo non solo perchè non sono sempre disponibili autori blasonati, ma anche perchè la maggior parte delle gallerie non sarebbe in grado di affrontare gli oneri di simili allestimenti.Oltrettutto, appiattendo e uniformando l’offerta artistica,queste gallerie risulterebbero tutte uguali, senza alcuna caratteristica peculiare che le distingua l’una dall’altra.Ogni galleria cerca, allora, di trovare un proprio percorso, uno specifico ambito di azione, così come la galleria Recta ha trovato la sua caratteristica nel proporre artisti a cavallo tra Otto e Novecento,spesso non molto conosciuti dal grande pubblico.

Le grandi trasformazioni artistiche avvenute nella seconda metà del XIX secolo, si svilupparono in parallelo ad una continuità di tradizioni consolidate e furono alimentate da un mercato che richiedeva una tipologia di temi figurativi ben individuabili: ai ritratti commissionati dalle famiglie nobili e dalla borghesia,realizzati seguendo una fattura classica e stilisticamente riconoscibile, si unirono i quadri di genere, come ad esempio tipiche scenette familiari, in cui si rifletteva una parte della società dell’epoca. Vi è tutta una serie di artisti che ruota attorno a questo ambito e i cui rappresentanti, spesso, non sono toccati da quelle trasformazioni.

. Salvatore Frangiamore è uno di questi autori. Nato in Sicilia a Mussomeli nel 1853 da una famiglia di non floride condizioni economiche, fin da giovane dimostra la sua particolare inclinazione artistica, ed è grazie all’aiuto delle autorità comunali e poi provinciali – Mussomeli è in provincia di Caltanissetta – che riesce a frequentare prima l’Istituto di belle arti di Palermo e in seguito l’Accademia di San Luca a Roma. Nella capitale, dove si svolgerà tutta la sua vita artistica, apre ben presto uno studio e si dedica alla ritrattistica sia ufficiale,con grandi tele rappresentanti membri della famiglia reale e diversi senatori del Regno, che privata, soprattutto tramite commissioni della nobiltà siciliana, innumerevoli essendo, per esempio, i ritratti della famiglia Mistretta di Caltanissetta. L’autore si cimentò anche con altri due generi molto in voga all’epoca: i quadri di argomento religioso, commissionati sia da privati che da enti, e quelli in costume del XVI secolo, un genere, quest’ultimo, molto richiesto alla fine del secolo.

L’ambiente frequentato da Salvatore Frangiamore fu abbastanza ristretto. Pur esponendo in diverse mostre organizzate dalle maggiori società artistiche dell’epoca (Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti, Associazione Artistica Internazionale) per lo più a Roma, o partecipando alla decorazione dei carri per il Carnevale Romano, ebbe rapporti soprattutto con artisti siciliani trapiantati nella capitale, in particolare con Giuseppe Micali, di cui la galleria Recta ha spesso proposto le opere.Per sottolineare questo legame, la mostra propone il confronto fra due quadri dallo stesso titolo, Il Cardinale, eseguiti dai due artisti.

L’esposizione proposta conta quattordici opere dell’artista siciliano,ma non tutte destinate alla vendita. Essendo pochele fonti a cui attingere,il catalogo che l’accompagna fa il punto sull’opera di Frangiamore sia relativamente alla critica che alla conoscenza della sua produzione.L’allestimento di questa mostra non ha solo finalità commerciali ma, come recita una nota del catalogo stesso, «… Ci ripromettiamo (…) di mantenere tale elenco costantemente aggiornato con le opere delle quali verremo via via a conoscenza per costituire una buona base d’inizio per la catalogazione completa dell’opera di Frangiamore».

Con questa recensione, che appare così in prossimità della chiusura della mostra, si auspica di far circolare il nome dell’artista al fine di contribuire all’eventuale scoperta di altre sue opere, attualmente ignote.

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