Il Macro espone Sam Durant e la sua arte incentrata sulle tematiche sociali, politiche e culturali. Se la sua ricerca negli anni si è concentrata sul Paese d’origine, e cioè gli USA, in questa mostra l’attenzione è incentrata sull’Italia, sul movimento anarchico del nostro Paese, sul nostro “Non Stato”.
Artista: Sam Durant
Titolo: La stessa storia
a cura di Bartolomeo Pietromarchi
Luogo: MACRO, Via Nizza 138
fino al 1 settembre 2013
È la prima esposizione in una struttura pubblica italiana di Sam Durant. Non è un caso. L’artista americano propone qualcosa di molto interessante, benché parli di concetti che all’apparenza possano sembrare alquanto noiosi. E invece no: a fine mostra risultano essere molto stimolanti.
Si comincia con una introduzione alla sua arte, con disegni a grafite sulla storia degli USA, sulla ribellione ideologica e la provocazione dei Black Panter party. Poi, a fondo sala si nota una grande parete con una scritta che la ricopre. È parte del testo di un volantino anarchico del 1919, stampati per l’attacco a Wall Street e al suo potere finanziario.
Questa parete crea un confine. È una porta che si apre sulla parte eccezionale di questa mostra. Al di là infatti c’è Propaganda of the deed, progetto di lavoro e ricerca sul movimento anarchico italiano del XIX e XX secolo. Si trovano busti scolpiti in marmo di Carrara, che riproducono i rappresentanti di questo movimento; hanno volti austeri, alcuni sembra quasi stiano rimproverando lo spettatore, come a dire «A cosa è servito ciò che ho fatto se adesso vivete in questo stato sociale?». Si scatenano riflessioni profonde. La scelta del marmo non è un caso: infatti le opere si riferiscono al movimento anarchico che vide Carrara come uno dei centri più attivi.
La sensazione che sia una mostra molto particolare inizia a prendere forma. È un tipo di arte concettuale, perché in un oggetto minimo, nella sua forma e nel suo materiale è contenuto un concetto, un’idea, che va ben oltre l’immaginario e il primo impatto, e non basterebbe tutto il marmo di Carrara del mondo per svilupparla. È la ribellione ideologica all’oppressione dello Stato che governa le masse. Ci sono molti riferimenti a tal proposito, scolpiti per non permettere al tempo di lasciarli passare.
Lo sguardo, poi, viene catturato da un’opera realizzata appositamente per il MACRO. È Action Smashes, though only for a moment. È una raccolta di una serie di frammenti di bombe e altri reperti collegati a eventi terroristici o fatti di violenza verificatisi in Italia tra il 1858 e il 2013. Gli oggetti esposti sono riproduzioni, per mettere in discussione la loro veridicità storica. La soggettività interpretativa la fa padrona: non c’è dubbio.
Personalmente l’apice della mostra viene raggiunto dall’opera Model for proposal for a public fountain. Progetto di arte pubblica per una fontana di piazza, rappresentata da una camionetta delle forze dell’ordine – come quelle utilizzate nelle operazioni di repressione durante la manifestazione anti austerità di Roma nel 2012 – che lancia un getto d’acqua su di un manifestante con tanto di bandiera. Il tutto in marmo nero, come il colore dell’anarchia.
Se si provasse ad immaginare in quale piazza d’Italia si potrebbe realizzare quest’opera, di certo non si troverebbe. La classificazione e l’appiattimento cerebrale che si vive di questi tempi, soprattutto nel Bel paese, è qualcosa che neanche l’arte purtroppo riesce a cambiare. Sam Durant con la sua arte ha il potere di far rendere conto del proprio passaggio sulla terra, almeno a livello sociale. Si esce illuminati e pieni di speranze.