Movimenti quasi impercettibili di volti imprigionati nel video accolgono lo spettatore in sala. La relazione è subito instaurata. Uno sguardo vivo, mobile, come quello che alcuni capolavori su tela sembrano restituire a chi li guarda.
Siamo nella pinacoteca di Eumolpo e sette attori incorniciati sono altrettante opere d’arte. L’arte rende belli, nessuno vuole consegnarsi all’eternità con il broncio. Ma la bellezza classica è trascorsa; l’età dell’oro, se mai realmente esistita, è ormai al tramonto.
Venere ha perso un occhio; dal suo piedistallo canta, ma la sua voce si fa gracchiante come un grammofono rotto.
Il clima da basso impero dell’opera di Petronio si insinua nel contemporaneo, trovando un ambiente favorevole che permette di realizzare una rilettura che non tradisce l’originale, pur trasformandolo e trasportandolo attraverso secoli di storia e di storie che finiscono per richiamarsi in maniera quasi naturale e inevitabile.
Il lavoro della Compagnia Verdastro Della Monica ripropone alcuni episodi del Satyricon, elaborando cinque momenti teatrali (capitoli).
Ognuno, ri-scritto da un autore diverso, propone un’interpretazione personale e dona allo spettacolo una varietà di linguaggi e stili che è propria del genere satirico.
Dalla Pinacoteca di Eumolpo, l’azione passa alla Roma contemporanea in cui tre giovani: Encolpio, Ascilto e Gitone vivono, amano e si scontrano, un po’ vitelloni e un po’ ragazzi di vita.
Il linguaggio è centrale tanto nel testo di Petronio quanto nel gioco scenico.
Un lessico cangiante: poetico, volgare e surreale va dal latino maccheronico, al romanesco del Belli, ad una neolingua fatta di abbreviazioni comprensibili solo agli iniziati, quei giovani che nella foga di risparmiare tempo finiscono con il non aver nulla da fare.
Lo spettacolo procede con un ritmo incalzante, e con il terzo capitolo ci troviamo scaraventati nel tempio di un curioso dio Priapo. Si alternano e si incontrano sulla scena una galleria di personaggi grotteschi che prendono lo spettatore e lo trascinano in un vortice delirante e colorato, per poi uscire di scena in parata da circo, levare le tende e sparire.
La messa in scena è essenziale ma suggestiva e, attraverso pochi elementi scenografici, riesce ad ottenere un forte impatto visivo. Una decadenza amaramente ricca di arguzie è resa in maniera impeccabile dagli attori che riempiono il palco con le loro voci, i loro corpi ed una capacità di interagire tra di loro e con il pubblico davvero interessante.
I successivi capitoli andranno in scena sempre al Teatro Vascello dal 20 al 26 aprile 2012.
SATYRICON
una visione contemporanea
da Petronio
Compagnia Verdastro Della Monica in collaborazione con TSI La Fabbrica dell’Attore
ideato e diretto da Massimo Verdastro
Testi di Antonio Tarantino, Luca Scarlini, Marco Palladini, Letizia Russo, Magdalena Barile, Lina Prosa
con Massimo Verdastro, Alessandro Schiavo, Luigi Pisani, Giuseppe Sangiorgi, Andrea Macaluso, Marco De Gaudio, Giovanni Dispenza, Tamara Balducci, Valentina Grasso, Giusi Merli
e con la partecipazione di Silvio Benedetto, Francesca Della Monica, Charlotte Delaporte, Anna Moroni
Scene e costumi Stefania Battaglia
Ritratti video Massimo Verdastro, Marzia Maestri
Dal 13 al 29 aprile 2012 Teatro Vascello – Roma