Varcato il cortile interno tipico delle case di Trastevere, si entra nell’ accogliente atmosfera del Teatro Argot, che ospita Dominio Pubblico, un gemellaggio con il Teatro dell’Orologio per una programmazione di teatro e danza contemporanea. A cavallo tra febbraio e marzo troviamo Leonardo Diana con il suo spettacolo Save The World.
Save The World
Regia e coreografia Leonardo Diana Musiche e video Andrea Serrapiglio Disegni animati Ronnie Orroz In coproduzione con Clak, Versiliadanza Con il sostengno di Kilowatt Festival Spettacolo finalista NeXtwork 2013
Dal 28 febbraio al 2 marzo
Teatro Argot, Roma
“Mai, mai scorderai l’attimo, la terra che tremò, l’aria si incendiò e poi silenzio.”
Nel buio del piccolo teatro romano queste parole, tratte dalla sigla del cartone Ken il guerriero, aprono il sipario su un’atmosfera seria, cupa, quasi di disperazione. Avvolto come un baco da seta in lunghi teli di plastica Leonardo Diana si dimena rotolandosi nel fruscio dei veli; nella scenografia realizzata con pochi e semplici materiali, ma allo stesso tempo estremamente funzionali, la dominante della scena è la morte della natura a causa dell’inquinamento.
Dopo l’introduzione del tema, ecco comparire proiettato sulla parete di fondo il nome del gioco a cui stiamo giocando: Save The World, con le annesse opzioni della prima schermata, ovvero new game, continue, equipment. Il parallelismo con il mondo reale e non è reso col noto espediente del gioco virtuale che vede il protagonista affrontare ora un lungo un sentiero in sella ad un triciclo evitando gli ostacoli in corsa, ora l’inquinamento delle acque tra miriadi di rimasugli di plastica e spazzatura, con tanto di punteggio. Il nostro eroe si muove su musiche da sintetizzatore tipiche dei videogiochi che teletrasportano dentro quella realtà parallela proiettata sulla parete.
Delicatissima e romantica la scena delle tre fatine-marionette, che si librano in cielo dal grande velo di plastica steso sul pavimento, comunicando speranza sul fatto che qualcosa di bello possa nascere continuamente.
A riportarci nel mondo reale da quello delle proiezioni, ci pensano degli aeroplanini di carta che volano dall’alto della sala, mentre gli stessi aerei disegnati volano proiettati sul muro.
Sebbene lo spettacolo manchi di guizzi innovativi, il messaggio arriva senza dubbio sia per l’attualità del tema sia perché veicolato in maniera semplice e diretta, tanto da essere fruibile anche al pubblico dei più piccoli, futuro della società di oggi.
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