Scisma-Mr Newman

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Scisma-Mr Newman.

Gli Scisma, una delle realtà più stimolanti della scena indipendente italiana, tornano dopo ben 16 anni con un nuovo album: Mr Newman.

SCISMA 26 copia

Artista: Scisma

Album: Mr Newman

Anno: 2015

Etichetta: Woodworm Label

Gli Scisma, che oltre a Paolo Benvegnù (che nel frattempo ha intrapreso una bella carriera solista, più basata sull’espressione a cui punta la maggior parte del neo folk italiano degli ultimi anni) sono formati da Michela Manfroi al pianoforte, tastiere e sintetizzatore, Giorgia Poli al basso elettrico, Diego De Marco alle chitarre, Danilo Gallo alla batteria e Sara Mazo alla chitarra e seconda voce, tornano a dove s’erano fermati nel 1999, anno di pubblicazione di “Armstrong”. Dopo due autoproduzioni a inizio carriera, si sono affidati a Manuel Agnelli e hanno pubblicato un album addirittura per la Emi, “Rosemary Plexiglass”, e due anni dopo per la stessa etichetta il sopra citato “Armstrong”, mostrando già un’originalità di base nei contenuti e negli arrangiamenti dei pezzi proposti. Quando all’epoca i vari Afterhours e Marlene Kuntz esponevano la loro poesia trasversale a suon di chitarre ultra sature (almeno in molti frangenti), gli Scisma già dal loro esordio mostravano di trovarsi a loro agio sia nei suoni forti che nelle inflessioni che pagavano dazio a una certa new wave nata oltre 30 anni prima.

In 16 anni, di tempo per ricaricare batterie e idee sembra ne abbiano avuto abbastanza e lo dimostrano in pieno in tutta la durata del loro ultimo lavoro intitolato “Mr. Newman”. In un’intervista recente Benvegnù ha raccontato che tutto sommato il clima in cui è stato concepito l’EP è stato di totale rilassamento, come una rimpatriata tra amici che tentano di rifare, dopo tanti anni, un gioco che tempo addietro gli riusciva benissimo. Lui stesso spiega che un EP di soli sette pezzi è dettato dal bisogno di testare la risposta dei fan, sicuramente addormentati dopo 16 anni d’attesa. Mr. Newman, la title track, parte pressappoco dal Mood a loro più congeniale. Il testo parla dell’uomo circondato dal vuoto, mentre la musica è piena ed inizia con un incedere tra la new wave e un’armonia vagamente dark. Il binomio vocale Benvegnù-Mazo è ancora una volta una delle caratteristiche della band. Lo stile quasi recitativo di Benvegnù si fonde bene con la bella voce cristallina di lei, mentre sul ritornello tornano in mente i Litfiba migliori. La successiva Neve e resina si poggia su eterei arpeggi di chitarra senza in realtà partire mai; un gioiellino pop con un’altra bella prova vocale di entrambi, soprattutto negli intrecci sul ritornello. Darling, Darling invece è groove, con un’andamento disco-funk, un bel lavoro del batterista e gli arrangiamenti di archi e tastiere che donano un’impronta Soul al brano. E’ cantata anche in inglese. Musica Elementare ha qualcosa in comune con i Bluvertigo, anche nel modo di esporre un punto di vista sarcastico su un tema serio come la solitudine estrema. E riprende, a detta di Benvegnù, il discorso intrapreso in Tungsteno, primo brano del precedente album, ma in tono più meditativo. Metafisici è forse la più lineare della raccolta, segue gli stessi stilemi in termini di arrangiamenti, che comunque sono sempre ben ragionati, che ci accompagnano alla fine senza attacchi di noia eccessivi. Stelle, stelle, stelle chiude il discorso con un Benvegnù che mostra tutto il suo lato sarcastico, unito a una certa dose di grottesco. Inizia con un parlato in cui l’autore, con una voce assonnata, crea un parallelo attraverso una metafora improbabile tra l’alligalli e le balere romagnole, con l’automazione sempre più marcata, come da lui dichiarato, dell’uomo che col tempo assume sempre più le sembianze di un robot. Il pezzo è Pop, nell’accezione più genuina del termine. Sara Mazo crea voli pindarici con la voce, pagando dazio in qualche maniera allo stile della Fraser, voce eterea e inarrivabile dei Cocteau Twins. Ripartono esattamente da dove avevano lasciato gli Scisma, quindi, e se per qualcuno questo è un problema di sicuro non lo sarà per chi li aspettava da tempo, conoscendo perfettamente la validità delle loro intuizioni musicali.

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Autore

Gianluca Marconi

All'età di 6 anni ho scoperto che l'udito sarebbe stato il senso che m'avrebbe pilotato in territori sempre nuovi, in cui le sinapsi restano piacevolmente sconvolte da vibrazioni sonore che mi tengono a galla praticamente da sempre. Non esiste buona o cattiva Musica, ma solo musicisti bravi e musicisti non. Da qui in poi quindi ho iniziato ad ascoltare di tutto.

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