Articolo di: Elisabetta Viola
Foto di: Sara Caroselli
Proseguono gli incontri del progetto W.I.P., una iniziativa di Teatri di Vetro e della redazione Pensieri di Cartapesta che mira all’approfondimento delle questioni della scena artistica contemporanea. Nella seconda giornata del 12 Marzo 2013 presso Pastificio_lab #5 in zona San Lorenzo, il tema affrontato è stato quello denominato Sconfinamenti e confini.
Artisti: Federico Bomba, Leonardo Delogu
Teorici: Stefano Velotti, Andrea Moneta, Silvano Manganaro, Roberta Nicolai
Moderatore: Lorenzo Cascelli
@ Pastificio_lab #5, Via degli Ausoni 3, Roma
martedì 12 Marzo 2013
La questione da cui si è partiti è stata quella dello sconfinamento, che indica la tendenza del teatro contemporaneo ad uscire fuori dal proprio ambito per incontrarsi e fondersi con altre forme espressive artistiche, superando dunque quei limiti – o confini – che possono essere rappresentati dallo spazio e dal tempo. Ciò ha avuto modo di essere approfondito grazie a Federico Bomba, regista e autore della compagnia Sineglossa di Ancona e Leonardo Delogu, regista e performer, e grazie alla partecipazione di Roberta Nicolai, regista e direttrice artistica della compagnia Teatri di Vetro, di Lorenzo Cascelli, caporedattore di Pensieri di Cartapesta nel ruolo di moderatore, Silvano Manganaro, rappresentante della Fondazione Volume! e di due docenti dell’Università La Sapienza di Roma, Stefano Velotti, professore associato di Estetica presso la Facoltà di Scienze Umanistiche e Andrea Moneta, architetto e docente di Scenografia presso la Facoltà di Architettura.
La parola è stata data in primo luogo a Federico Bomba. Il lavoro di Sineglossa si caratterizza per la sua predilezione del corpo attraverso il non ricorrere mai ad immagini virtuali: tutto avviene in tempo reale, nulla è registrato. Per esemplificare la loro poetica, nel corso del seminario è stato proiettato uno dei lavori della compagnia, Remember me (2009) – menzione speciale Premio Vertigine (Roma),e lavoro sul corpo ermafrodito. Se la prima parte dello spettacolo può essere descritta come iperteatrale in quanto appare la risultante di una forte costruzione del personaggio femminile (l’attrice Simona Sala), nella seconda parte invece ci troviamo di fronte ad una virtualità in presenza ovvero ad immagini che in un primo momento appaiono come frutto di un’elaborazione elettronica, ma che in realtà sono il prodotto di un lavoro di riflessi e di luci che si compie proprio sotto i nostri occhi e in cui i corpi dei due attori si mescolano, attuando uno sconfinamento dei corpi.
Dopo alcuni interessanti interventi da parte dei teorici, la parola passa a Leonardo Delogu. L’artista rintraccia nel corpo, nello spazio e nel soggetto osservante, le radici generatrici del teatro, da lui stesso definito rito di comunità e fatto di relazioni, all’interno del quale la partecipazione tra spettatori e attori è aspetto essenziale. In seguito, Federico Bomba ha proiettato il suo ultimo lavoro Eresia Bianca (2012) spettacolo-performance che supera i limiti convenzionali del teatro,in tempi e spazi assolutamente inediti, capace di entrare a contatto con un pubblico diverso da quello convenzionale.
In conclusione, Silvano Manganaro, ci ha parlato della Fondazione Volume! come spazio soggetto a continui mutamenti in base alle inclinazioni dei vari artisti che ospita di volta in volta, divenendo una vera e propria opera all’interno del quale lo spettatore si immerge.
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