Titolo: Scopophilia
Artista: Nan Goldin
Luogo: Gagosian Gallery, Via Francesco Crispi 16
21 marzo – 24 maggio
Nella slide: Nan Goldin, Chimera, 2012, © Courtesy dell’artista
Dopo la mostra Devil’s Playground al Castello di Rivoli nel 2002, Nan Goldin torna per la seconda volta in Italia, e nello specifico a Roma, con l’esposizione Scopophilia (dal greco “passione per il guardare”). Sede dell’evento non è un museo però, bensì la Gagosian Gallery, una delle gallerie private più importanti nel mondo, che con tredici sedi sparse per il globo ospita sempre mostre e retrospettive di altissimo livello.
Il corpus dell’esposizione comprende uno slideshow di 25 minuti, con sottofondo musicale composto da Alain Mahé, e una serie di fotografie in parte scattate all’interno del Louvre ed in parte recuperate negli archivi personali dell’artista. Vivendo tra New York, Parigi e Berlino, nel 2010 Goldin ha avuto la possibilità di esplorare gli spazi del museo francese di martedì, il giorno di chiusura al pubblico; in questo modo ha potuto contemplare i capolavori contenuti al suo interno, realizzando un reportage di immagini che illustrano cronologicamente la storia dell’arte, a partire dalle statue antiche fino ad arrivare ai grandi dipinti ottocenteschi.
La singolarità di questa mostra sta nell’aver accostato queste fotografie ai suoi lavori; come in un puzzle gli scatti si sono perfettamente incastrati l’uno con l’altro, a riprova del fatto che la storia dell’arte è circolare e che alcuni temi sono senza tempo. L’uomo con le sue controversie è stato sempre al centro del lavoro di Nan Goldin: il sesso, la violenza, l’erotismo e l’omosessualità vengono raccontati con estrema naturalezza, senza filtri e pregiudizi. L’immediatezza delle sue fotografie se da un lato ha scandalizzato, dall’altro è stata un punto di riferimento per le generazioni successive, facendo dell’artista americana una delle più grandi fotografe del XX secolo.