Quello del Don Giovanni è un mito senza tempo. Fuori dal tempo appare anche la messa in scena di Alberto di Stasio che gioca con l’anacronismo, sfiorando la contemporaneità, ma restando saldamente ancorato ad uno stile vagamente desueto. A scandire la vicenda, i quadri di Stefano Di Stasio disegnano uno spazio scenico tradizionale in cui si muovono con disinvoltura i personaggi usciti da secoli di esperienza. Le arie di Mozart si accostano ai momenti più caldi del testo di Molière.
L’apparizione di donna Elvira, alle spalle del pubblico, fa sobbalzare gli spettatori, ma non quell’ alma ingrata di Don Giovanni che, sincero nei confronti solo di se stesso, non si sforza di dissimulare pentimento: l’arte del grande libertino non può sprecarsi con prede già sedotte e debitamente abbandonate.
Quella di Don Giovanni è una seduzione che non conosce sazietà ne’ limiti e che sembra rivolta potenzialmente all’intero genere umano, e non solo. Anche la dura pietra, la minacciosa statua che danzando gli darà la morte, è oggetto delle attenzioni del burlador de Sevilla.
Il travestimento è un motivo ricorrente, dal convitato di pietra, che assume alternativamente panni maschili e femminili, alla sottile ambiguità dello Sganarello, interpretato dalla Kustermann: una coscienza inascoltata che, come un foul shakespeariano, rivela una consapevolezza che al padrone sembra invece mancare. Nel Don Giovanni, interpretato da Fabio Sartor, è assente quella dose di cinica lucidità che rende il personaggio realmente affascinante. Lo sguardo del regista sembra piuttosto critico nei confronti di quello che appare un bambinone insaziabile, che filosofeggia un po’ per sentito dire.
Don Giovanni e Sganarello discutono, proponendo visioni del mondo opposte. La redenzione non è certo tra le priorità di chi crede solo che 2+2 fa 4 e, fino all’ultimo, vive, sperimenta, conosce il mondo attraverso un atteggiamento predatorio.
Lo spettacolo è ben orchestrato, ma a tratti il mestiere, collaudatissimo, rischia di imbalsamare eccessivamente la recitazione, che in altri momenti trova invece una bella freschezza.
DON GIOVANNI
TSI La Fabbrica dell’Attore
Manuela Kustermann e Fabio Sartor in
DON GIOVANNI
di Molière
con Manuela Kustermann, Fabio Sartor, Emanuela Ponzano, Massimo Fedele, Alberto Caramel, Luna Romani, Gloria Pomardi
regia Alberto Di Stasio
musiche Wolfgang Amadeus Mozart
dipinti Stefano di Stasio
movimenti scenici Gloria Pomardi
luci Valerio Geroldi
Dal 7 al 25 MARZO 2012, Teatro Vascello, Roma