Interpreti: Elisabetta di Terlizzi, Francesco Manenti
Musica: Michele Zanni
Scene: E. di Terlizzi, F. Manenti
Video: E. di Terlizzi, F. Manenti
Collaborazione Video: Riccardo Palmieri, Emanuel Rosemberg
Collaborazione artistica: Riccardo Palmieri, Giorgio Rossi
Produzione: Progetto Brockenhaus
Co-produzione: Lo sguardo dell’altro, Sosta Palmizi artisti associati 2010, Arci Aur-Ora, rete Aretina 2011
Con il supporto di: Teatro di Castiglion Fiorentino and La Corte Ospitale-Rubiera (Re) 19 settembre 2013 – Teatro Due, Roma. Vai al programma di Settembre in Danza
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La curatrice artistica della manifestazione Settembre in Danza, Loredana Parrella, continua a cogliere il segno della novità per quanto concerne l’arte scenica contemporanea a Roma. I due rappresentanti della compagnia Progetto Brockenhaus, Elisabetta di Terlizzi e Francesco Manenti accolgono il pubblico in sala con una poetica della fatica non indifferente, non vi è infatti un momento di attesa pre-rappresentazione, siamo immediatamente immersi nella Menta sul Pavimento. Ci aspettano letteralmente al varco per introdurci in un lavoro che spazia dall’innocente al satirico e utilizza, davvero, tutti gli spazi del teatro. L’atmosfera che si respira ricorda quella dei cartoni animati, di quando il protagonista per una semplice azione si trova in un mondo che è costruito alla rovescia.
Nonostante la varietà cromatica e musicale che stravolge piacevolmente lo spettatore, per nulla ostacolato nel seguirne una logica, c’è un forte messaggio sociale all’interno di questo lavoro: spesso ascoltiamo la voce di una presentatrice che chiede ad un presidente muto quale sarà, secondo lui, il futuro dei nostri bambini. Questo problema sociale è filo conduttore, molto chiaro a livello drammaturgico, di ognuna delle scene presentate, da quelle decisamente trash a quelle più intime, nei momenti in cui un enorme cavallo si aggira sulla scena e in quelli in cui c’è l’immobilità degli interpreti. Il movimento che vediamo è asciutto e funzionale e si lega bene al vasto utilizzo degli oggetti. Ci vengono presentate sia danze per corpi, sia danze per sole gambe, si utilizza l’animalità terrena di un corpo quasi nudo, ma anche la tendenza ad una qualche ascesa verso il cielo, il tutto caratterizzato da un lavoro di ricerca sulla funzionalità del messaggio sociale e sulla meccanica fisiologica di tronco, arti e testa.
I due interpreti svolgono un lavoro di interpretazione da lodare soprattutto nella prima metà del lavoro, infatti laddove lo spettatore sta ancora entrando in questa nuova realtà loro lo trascinano con una mimica facciale semplice ma adatta alla scelta drammaturgica compiuta in origine. La Menta sul Pavimento è un lavoro che con brio e originalità fa porre delle domande molto serie sul domani della generazione futura, ma anche, sicuramente, su quella del presente.