Martina La Ragione, danzatrice della compagnia umbra Deja Donnè ci ha presentato un inedito lavoro titolato Ps Martina La Ragione all’interno della manifestazione Settembre in danza al Teatro Due di Roma.
PS Martina La Ragione
Coreografie: Simone Sandroni
Interprete: Martina La Ragione
Produzione: Deja Donnè
14 settembre 2013 – Teatro Due, Roma
Vai al programma di Settembre in Danza
Vai al sito di Deja Donnè
La micro-performance presentataci da Martina La Ragione è una biografia, primo esperimento di una serie di PS creati da Simone Sandroni per la compagnia Deja Donnè. Un ottima scelta da parte di Loredana Parrella che, come curatrice della manifestazione, ha selezionato lavori di artisti affermati e di giovani creatori, con il criterio dell’unicità artistica e della novità, oramai necessaria per far respirare la danza della Capitale.
La scena si presenta ricca di colori, quelli del teatro, quelli di un portabiti pieno di costumi di scena, corollario perfetto per ascoltare la storia di una danzatrice. Martina La Ragione entra in scena con temperamento e decisione, raccontandoci dei suoi amori d’infanzia, delle su gelosie e dei suoi primi approcci al mondo della danza. Snocciola nomi ed espressioni che permettono allo spettatore di entrare fugacemente nella vita di un interprete, curiosità ricorrente delle persone sedute in platea.
La forza di questo lavoro è quella di trasmettere una vita, l’esistenza di coloro che normalmente interpretano un ruolo, uno stato d’animo diverso da quello che possiedono quotidianamente. Sveliamo il retroscena della vita in teatro! Un disvelamento che utilizza due strumenti, la danza e la voce. La danzatrice si descrive occhi negli occhi con il pubblico, senza paura di aprire, tanto il suo passato quanto i suoi desideri, a persone sconosciute. Gli elenchi cronologici scorrono, interrotti da parole e da intensi momenti danzati in cui la personalità della danzatrice ai nostri occhi muta; effettivamente conosciamo qualcosa di lei che prima non conoscevamo. La percezione che lo spettatore ha avuto della danzatrice nelle prime battute della performance lentamente cambia, diventa tenerezza, ironia e talvolta rimpianto, diventa un viso con molte facce, diventa, in fondo, l’essere umano. Il rapporto che viene instaurato con la musica è funzionale e raffinato: è il segno dello scorrere del tempo, e, spesso, è ciò che permette ai ricordi di riaffiorare; trasmette sensazioni comuni e chiare, facilmente percepibili dal pubblico. L’intimità che riesce a raggiungere questa pièce è meravigliosa: si percepisce una sottile connessione con l’altro, simile a quella che si prova nei confronti di un amico quando si percorre parte del proprio percorso insieme. Questo PS, attraverso la vita di una sconosciuta ci conforta ricordandoci che nella vita di ogni persona, a prescindere dal percorso scelto, esistono sia gioie che dolori.
La seconda parte della serata ha visto come protagonista Erika Di Crescenzo con il suo La Bagarre lavoro prodotto da Cie La Bagarre/ Cie Twain. Si assiste alla personalissima relazione che si instaura tra l’interprete e il suo strumento, una fisarmonica. Il movimento, tranne in qualche caso, risulta in funzione dell’esplorazione dell’oggetto musicale, il quale, a sua volta, è manipolato per prendere la vita che non ha.