a cura di Massimiliano Bruno
Programma // Scaletta
3 / 4 Marzo
Prima del ritorno di Luigi Salerno con Fabio Gagliardi. Regia di Mario Canale.
Stasi e Gegè di Alessandra Merico con Alessandra Merico e Silvia Quondam. Regia Alessandra Merico e Silvia Quondam
Il fiore e l’acqua con Alessandra Cappuccini
Eros di e con Paolo Casiddu e Raffaele Pezzulli
Sciaboletta con Alessandro Blasioli. Regia di A. Blasioli
Opsis con Angela Favella, Stella Mastrantonio, Enzo Masci, Raffaele De Vita. Regia di Tommaso Arnaldi
La cucina perfetta con Alessandro Ibba. Di A. Ibba e Serena Schietroma. Regia di Barbara Lalli.
3 marzo, Teatro Cometa Off, Roma
“Dal 27 febbraio al 25 marzo 2018, per la terza stagione consecutiva, si alternano sul palco del Cometa Off di Roma più di 60 spettacoli tra corti e monologhi. Ogni sera si esibiscono 4 monologhi e 3 corti. Ogni settimana andranno in scena 21 spettacoli diversi, con doppia replica ciascuno. I voti del pubblico e della giuria, composta dal direttore artistico Massimiliano Bruno, dall’organizzazione e da un comitato di addetti ai lavori, decreteranno la selezione dei 18 monologhi e 10 corti semifinalisti. Nell’ultimo week end della rassegna, il 24 e il 25 marzo andranno in scena i 6 monologhi e i 4 corti teatrali finalisti che si contenderanno il titolo di vincitore.”
La grande varietà di proposte sembra essere la cifra per la scelta dei partecipanti. La serata di sabato 3 marzo colpisce per il susseguirsi di pezzi teatrali che sia per temi, che per linguaggio scenico adottato, appartengono ad immaginari diversissimi. Il pubblico si trova a scegliere tra cose poco accostabili tra loro. La sensazione è quella di fare zapping davanti alla tv alla ricerca di un canale che attiri di più. L’esperienza è di puro divertissement. Si va dal monologo serio in stile recitazione tradizionale fatto di toni e appoggiature teatrali, di un uomo che racconta la sua storia con il volto imbiancato (Prima del ritorno) al frivolo e divertente Stasi e Gegè, una scrittura ritmata e brillante che prende spunto dalla fiaba di Cenerentola per versarci dentro riferimenti alla sempre attuale smania femminile di apparire e trovare una posizione sociale di potere. Si passa poi per un monologo che si muove sul linguaggio del teatro fisico, dove voce e corpo diventano un’unica forma, con richiami al teatro di strada, la ragazza che lo interpreta suona uno strumento e canta, e racconta una storia dolce estremamente mimata, adatta ad un pubblico di ragazzi (Il fiore e l’acqua). Il corto successivo è diametralmente opposto al mondo della ragazza che canta e che propone un incanto. Qui ci sono invece due personaggi cinici, avvezzi alla spietatezza della vita contemporanea, estremamente reali, che sembrano usciti da una serie tv. Anche il palco sembra un set e questo corto ci offre uno spaccato di crudeltà e sfruttamento legato al mondo del lavoro (Eros). Con Sciaboletta si riatterra nella teatralità, stavolta con un monologo di narrazione che ci racconta le vicende legate al re Vittorio Emanuele III di Savoia, con ritmi serrati e gags. Opsis è l’ultimo corto della serata e spicca per cura ed eleganza della messa in scena. Corto anch’esso cinematografico per asciuttezza e minimalismo nella recitazione, ci offre uno spaccato-molto ben scritto-di coscienza di una donna alle prese con i suoi sensi di colpa legati ad una vecchia e importantissima relazione sentimentale. Con La cucina perfetta, monologo conclusivo della serata, ci troviamo nel territorio di un teatro dell’assurdo contemporaneo, dove un uomo stralunato è alle prese con una rocambolesca e quantomai inutile ricerca di uno spremiagrumi che si nasconde sotto i suoi occhi.