Short Theatre 2015 | MK, Cristina Rizzo

0
ph Ilaria Scarpa

ph Ilaria Scarpa

e-ink
con Biagio Caravano, Michele Di Stefano
coreografia Michele Di Stefano
musica Paolo Sinigaglia
disegno luci Vincenzo Dente
produzione mk 1999
in collaborazione con Festival Teatri 90/Ref e AREA06
 
Bolero Effect
concept e coreografia Cristina Rizzo
performance Annamaria Ajmone, Cristina Rizzo, Simone Bertuzzi
elaborazione sonora e djing Simone Bertuzzi aka PALM WINE
disegno luci e direzione tecnica Giulia Pastore
cura e distribuzione Chiara Trezzani
produzione 2014 CAB008
con il sostegno di Regione Toscana e MIBACT
coproduzione La Biennale Danza, Venezia

Short Theatre 2015
Venerdì 11 settembre – la Pelanda, Roma

La decima edizione di Short Theatre 2015 ha proposto venerdì scorso Mk e Cristina Rizzo che hanno presentato in double bill e-ink e Bolero Effect.
E-ink, di Michele Di Stefano, è la riproposizione di un vecchio lavoro di Mk sollecitata dal progetto RIC.IC di Marinella Guatterini.
Il progetto, di circa 15 minuti di movimento puro, è inserito all’interno di una scena pulita, dove i due danzatori sono coperti da un semplice costume bianco e accompagnati da una traccia audio ed un disegno luci minimale. Il poco tempo di visione basta appena per entrare nella modalità di movimento che ci viene proposta.
I percorsi sono netti, ripetuti e giocati su incastri ed intersezioni tra i due corpi. I gesti dichiarano precisione nella loro semplicità, richiamano, come spiega il foglio di sala, le antiche pratiche dei messaggi oracolari e divinatori. Parliamo di una scrittura coreografica sostenuta da un’espressione facciale di concentrazione mista a scoperta, di curiosità mista a consapevolezza del sapere dove sono e cosa faccio nello spazio e nel tempo di uno spettacolo, o di un frammento di esso.
Quello che rimane è una geometria di incastri montati e smontati, assemblati e staccati nella dinamica dello spazio e nel contrasto tra il bianco dei due corpi, anatomicamente molto diversi tra loro, e il nero di ciò che li circonda.

Bolero Effect di Cristina Rizzo ci conduce in un luogo altro rispetto ad una sala teatrale. Un assetto da dance hall è quello che viene proposto. Una consolle, qualche oggetto ammucchiato al pavimento e tre persone: un dj e due danzatrici.
Anche in questo caso l’atmosfera è minimale, le due interpreti entrano in scena e si scambiano quello sguardo di sostegno e complicità, che normalmente avverrebbe dietro le quinte, ma che invece accade in prossimità del pubblico per renderlo partecipe della tensione e della fatica che dovranno sostenere durante il pezzo.
Simone Bertucci inizia la sua performance sonora e i corpi delle due danzatrici seguono ritmicamente ciò che il musicista propone. Questa è la modalità di ricerca che viene mostrata durante i cinquanta minuti di lavoro. Due donne molto diverse nella corporatura e nei colori, sempre vicine e sempre rivolte al pubblico, seguono la variabilità ritmica dettata dalla musica. Si influenzano, si coinvolgono e si sostengono in quella che, sicuramente, è una prova di resistenza fisica. Uniche variazioni sul tema sono effettuate dai fari motorizzati che ci trasportano immediatamente nell’ambiente di una discoteca.
Le due danzatrici, di cui si segue benissimo il progressivo sfinimento, utilizzano delle gestualità mirate e ripetute che ricordano in parte le lunghe nottate di fatica in discoteca e le alternano a movimenti appartenenti alla danza codificata.
La musica finisce, le luci si accendono, i corpi interrompono la loro corsa, finisce Bolero Effect con la semplicità con cui è iniziato.

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Avatar

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi