55 concept e performance Radouan Mriziga produzione Moussem Nomadic Art Centre co-produzione C-mine(Genk), WP Zimmer ( Anversa) in collaborazione con Cultuurcentrum Berchem, Pianofabriek (Bruxelles), O Espaco do Tempo (Portogallo), STUK (Leuven). WAR NOW! concept e regia Valter Silis, Teatro Sotterraneo in scena Matteo Angius, Sara Bonaventura, Claudio Cirri scrittura Valter Silis, Daniele Villa set design Ieva Kaulina luci Marco Santambrogio consulenza marketing per la III Guerra Mondiale Mali Weil, Virginia Sommadossi si ringrazia Francesco Canavese/ Tempo Reale da una proposta di Santarcangelo 14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza produzione Associazione Teatrale Pistoiese collaborazione alla produzione Santarcangelo-14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza, Teatro Sotterraneo sostegno alla produzione MIBACT, Regione Toscana in collaborazione con Centrale Fies/Provincia Autonoma di Trento Short Theatre 2015 Martedì 8 settembre, la Pelanda, Roma
55 di Radouan Mriziga viene presentato nella galleria della Pelanda per la decima edizione di Short Theatre.
Lo spazio è aperto, il pubblico, disposto sui quattro lati, si guarda negli occhi, le luci restano accese ed illuminano i mangianastri disposti sul palco come sua unica scenografia. Radouan, in vestiti casual, inizia i suoi movimenti eleganti e puliti, li distribuisce nello spazio. Dei suoni interagiscono con lui, anche questi posati, in un dialogo sussurrato in cui il pubblico si rilassa.
Il danzatore marocchino, dopo un tempo preparatorio, comincia ad utilizzare gesso e nastro di carta per disegnare lo spazio. Il pubblico si trova, in questo modo, come rimpicciolito di fronte ad una tavola da disegno. Il nero pavimento si abbellisce di un disegno geometrico e preciso che cresce grazie alla danza del corpo di Mriziga. Egli infatti utilizza il suo corpo ed i movimenti ripetuti compiuti sino a quel momento come fossero righelli e compassi per misurare la sua creazione. Il pubblico entra allora in un diverso mood dove non sono il movimento o il messaggio ad essere protagonisti della piéce, bensì la geometria, la precisione quasi grafica. Si osserva l’accuratezza delle linee tracciate, la cadenza spaziale del movimento e la precisione dell’autore che ammette sbagli e li corregge in live.
Il lavoro, direi geometrico, si conclude dopo 55 minuti, dopo aver esaurito lo spazio a disposizione sul tappeto danza. L’ atmosfera è chiara, pulita e rilassata, il pubblico è quasi in assetto meditativo. Un salto indietro nel tempo alle tavole geometriche della scuola.
WAR NOW!, di Teatro Sotterraneo e Valter Silis, non ha nulla di meditativo o grafico, è una dura e partecipata riflessione sul tempo storico che l’essere umano sta vivendo, nella ricorrenza del centenario della Grande Guerra.
In una scena grigia, senza vita, tre attori irrompono immediatamente nella vita del pubblico facendolo partecipare attivamente ad una grande riflessione sulla guerra. Ci si trova di fronte ad un vero e proprio addestramento verbale al “Facciamo finta di essere in guerra, qui e ora”. Sono state chieste opinioni brusche sulla morte, sull’omicidio, sull’alterità, intervallate da informazioni pratiche sul cosa fare in caso scoppiasse una terza guerra mondiale all’uscita del teatro. L’addestramento partecipato è sfociato in una scena da film americano in cui il pubblico è tornato ad essere spettatore e ha assistito a parodie sul patriottismo, provando amarezza, paura, senso del ridicolo.
La guerra poi finisce, l’atmosfera post-atomica è densa e, nonostante la sempre presente immagine di spocchiosità patriottica creata dal nostro secolo, si assiste ad una carrellata di situazioni post belliche, quotidiane, umane, che alternano le lacrime alla volontà di combattere. Pillole molto veloci, sketch, assaggi di situazioni che tutti noi abbiamo visto solo nei colossal americani, sempre con in sottofondo la rimembranza del “non si sa mai”.
Un momento molto particolare suggella lo spettacolo, un richiamo al pubblico usando una modalità differente di interazione, più intima e toccante, che preferiamo non svelare.