Barokthegreat ideazione, scena e costumi Leila Gharib, Sonia Brunelli coreografia Sonia Brunelli musica originale live Leila Gharib, Francesco Brasini performers Alessio Mazzaro, Livia Rossi, Marzia Dalfini, Sonia Brunelli, Evelin Facchini Short Theatre 9 Roma Venerdì 12 settembre,La Pelanda,
La prima parola che viene in mente guardando Victory Smoke – a differenza di ciò che si può leggere sul libretto di sala, che sembra riferirsi ad un altro spettacolo – è senza ombra di dubbio “nero”.
Nere le uniformi dei danzatori e dei due musicisti, neri i guanti, neri i calzini, neri i cappelli coprenti, nero il palco, buia la scena e nero lo sfondo. L’unico elemento bianco è un oggetto che ricorda una sorta di nuvola appesa nell’angolo in alto a destra della scena, che viene usata per creare forme e ombre geometriche con l’aiuto di un faro collocato sopra che tuttavia non si capisce cosa simboleggi.
È una performance notturna, metallica e ovattata che inizia con movimenti piccoli, nervosi, a tratti compulsivi, di danzatori che entrano in scena uno per volta, attraverso i quali sembrano sondare l’aria e lo spazio intorno, come a verificare i confini e i limiti della realtà. È disarmante notare che alla qualità del movimento dei danzatori è stato dato pochissimo spazio espressivo col risultato di renderli automi omologati.
Purtroppo, non c’è nulla in risalto e nulla che risalta: è tutto piatto. Non c’è un crescendo né narrativo né di movimento.
L’ impiego dello spazio è consapevole ed equilibrato, anche grazie ai due musicisti che delimitano lo spazio dell’azione uno in fondo a sinistra e l’altro sul proscenio a destra. La musica ha avuto un ruolo fondamentale nel controbilanciare i lunghi silenzi e il buoi scenico prolungato.
A parte qualche momento interessante, giocato tra il perimetro e i confini di ombra e luce, nel complesso si respira lentezza e ripetizione, che in questa espressione coreografica non portano movimento e dinamismo, bensì solo impazienza e noia; sensazioni forse volontariamente provocate dalla messa in scena, ma non ben accette dal pubblico in sala.
Scuro di toni, di suoni e di tema è un lavoro estremamente introspettivo, troppo concettuale e poco sviluppato.
Victory Smoke è ingoiato dal buio.