ideazione e performance di Eleanor Bauer costumi Ada Rajszys produzione Caravan Production per Good Move co-produzione WorkSpace Brussels (BE), Vooruit Arts Centre (Gent, BE) & Départs con il supporto di Culture Program of the European Commission con il supporto di Vlaamse Gemeenschapscommissie musica Swan of Tuonela by Jean Sibelius Short Theatre 9 Sabato 6 Settembre, La Pelanda
Una scala di alluminio e una pelliccia di orso polare sono gli unici oggetti che riempiono la sala nera del Teatro 1 della Pelanda nell’angolo in alto a sinistra della scena. Eleanor Bauer, ballerina e coreografa americana residente in Belgio, entra in scena vestita di nero e si infila in questo immenso scalpo d’animale coprendosi tutto il corpo e lasciandosi solamente delle fessure per gli occhi. Incomincia la sua danza goffa, al limite della tenerezza, districandosi e girovagando dentro quella pelliccia. Ricoprire i panni di un animale in via d’estinzione per incominciare una performance di danza è un segno chiaro e distintivo del suo intento performativo.
(Big girls do big things) è un manifesto, un accostamento di momenti che risultano, nonostante la non consequenzialità e la mancanza di raccordi, efficaci, diretti e intriganti.
La performer americana manifesta la sua inadeguatezza , ironizzando sulla femminilità, trasformando l’ascesa verso il successo in una salita sulla scala con tacchi a spillo, intonando una canzone in una tonalità sempre maggiore e inaccessibile alla sua voce. Dall’alto manifesta le sue perplessità sui facili rimedi della vita, sulle soluzioni così tanto geniali quanto inutili, sull’ipocrisia imperante, sulla difficoltà di contare veramente qualcosa, sul placebo che costantemente ci viene instillato. Lo fa in modo complice e ironico con grande maestria e presenza scenica.
La sua danza alla fine si esaurisce nell’interpretazione classica del cigno morente sulle note di Swan of Tuonela di Sibelius, un ritorno quasi alle origini di ogni danzatore, ma soprattutto una manifestazione, ancora una volta. Una manifestazione di possibilità tecniche, di capacità artistiche che forse ad oggi non sono più necessarie, sono in via d’estinzione, proprio come l’orso polare.