coreografia e performanceMarlene Monteiro Freitas luci Yannick Fouassier musica Johannes Krieger (tromba), “Rotcha Scribida” Amandio Cabral, Cookie (batteria), Otomo Yoshihide (brani da soli di chitarra), Anatol Waschke (shrapnel) costumi Catarina Varatojo Short Theatre 9 Venerdì 5 settembre, La Pelanda
Marlene Monteiro Freitas è una performer capo verdiana dallo stile molto personale e dalle capacità fisiche notevoli. Il suo Guintche è andato in scena per la sezione danza della nona edizione di Short Theatre lo scorso 5 Settembre: un solo creato nel 2010 nato dal ricordo di una persona che l’interprete aveva disegnato dopo un concerto.
Una figura, che a detta della performer, ad un certo punto della creazione si è ribellata e ha incominciato a prendere il sopravventoLa piece nasce quindi da una sorta di trance artistica, in cui il personaggio si impossessa pirandellianamente dell’interprete e vive di vita propria. In effetti, nei primi 20 minuti di performance la possessione tipica di uno stato psicofisico alterato è evidente nel movimento ossessivo ed estenuante che la Monteiro presenta nello spazio scenico trasformato da un panno di feltro celeste e arricchito da un sacco di pugilato che pende dall’alto. Una vibrazione delle gambe e di tutta la parte inferiore del corpo, precursore quasi di quel twerking che spopola in modo abbastanza discutibile da qualche anno sul web.
Le capacità fisiche e la presenza scenica della performer sono indubbie: resistenza e prestanza fisica, un viso molto espressivo e una grandissima bocca nella quale la Monteiro nasconde oggetti e che trasforma in modo da renderla indiscussa protagonista.
Il contenuto della performance invece è deludente, ridondante, caotico e per la maggior parte inutile, soprattutto nel movimento inserito senza cognizione di causa. La scena – costellata da saliva, sudore, pezzi di gomma e piume di struzzo – lascia solo un enorme rammarico, quello di non aver potuto assistere a qualcosa di interessante, in nome di quella “danza” di fatto inesistente.