ideazione, realizzazione e performance di Martin Schick & DamirTodorovic con la partecipazione di un giovane ballerino di talento, un’artista donna disoccupata, un immigrato illegale consulente artistico Cuqui Jerez musica YujiroAkihiro, Wendelin Schmidt-Ott organizzazione Anna K. Becker costumi Dragana Kunjadic per Costume National Short Theatre 9 Mercoledì 10 Settembre , La Pelanda
Martin Schick e Damir Todorovic sono due performer geniali provenienti il primo dalla Svizzera e l’altro dalla Serbia. La loro genialità, il loro talento si riconosce non solo nella capacità dissacrante e comica con la quale prendono in giro la loro stessa categoria di artisti, ma soprattutto nel modo in cui riescono a coinvolgere, catturare e rendere complice il loro pubblico.
Holiday on stage è una spietata, satirica e lucida indagine sul ruolo di quegli artisti upper class della società odierna: quei gruppi che formano una vera e propria élite la cui artisticità si fonde con i meccanismi economici delle sponsorizzazioni e dell’industria. Giocando con i luoghi comuni, la piéce procede con una scioltezza esilarante, grazie soprattutto alle capacità attoriali dei due protagonisti.
La scena potrebbe benissimo rispecchiare l’interno di una sit-com, il cui divano centrale diventa il grande protagonista, isola felice, simbolo di riconoscimento dello status di artista conquistato. I due ideatori alternano stravaganze e presentano al pubblico i loro sketch, mettendo a nudo i meccanismi dell’arte ridicolizzata. All’interno della performance si intrecciano altri 3 personaggi che si approcciano ai due rappresentanti di questa élite artistica con il solo obbiettivo di diventare artisti. Il meccanismo per conquistare il posto sul divano, quindi lo status di artista, è semplice e banale si limita ad una serie di domande opinabili: il talento che viene chiesto di mostrare è una presa in giro. Il danzatore contemporaneo enfatizza i suoi movimenti giocando sui luoghi comuni del genere, l’aspirante attrice francese invece fa del suo pulitore per pavimenti il suo talento più grande e infine l’immigrato illegale che vuole diventare artista solo perché nel backstage non c’è più un posto per sedersi.
Ma sul divano in cinque non c’è posto e vengono smascherati i maccanismi puerili su cui si basa la lotta per il successo. Così ad incoronare l’unico artista che ha diritto a rimanere sul palco è un gioco che viene affidato al pubblico. Il successo diventa non un effettiva dimostrazione di talento, ma una montatura mediatica e sponsorizzata che guida le scelte del pubblico, una serie di fattori positivi che incorona a quello status un individuo che si è ritrovato in una serie di eventi favorevoli.
E’ così che Schick e Todorovic smascherano l’arte, con maestria ineccepibile, ironia e un pizzico di amarezza.