scritto e interpretato da Tiago Rodrigues
testi, frammenti e citazioni (tra gli altri) di William Shakespeare, Ray Bradbury, George Steiner, Joseph Brodsky
set, oggetti di scena e costumi di Magda Bizarro
traduzione inglese di Tiago Rodrigues
revisionata da Joana Frazão
produzione esecutiva di Magda Bizarro, Rita Mendes
16 Settembre, La Pelanda, Roma
Una storia. Una donna amante delle cucina ma soprattutto della letteratura. Una donna che diventa moglie, madre, nonna ed infine vedova ma che rimane per il resto della sua vita innamorata dei libri. Una storia che profuma di merluzzo fritto e di agnello e che è racchiusa dentro delle casse della frutta. Cos’ha in comune questa donna semplice, dal nome Candida, proveniente da un piccolo paesino, con Boris Pasternak, George Stainer, Nadežda Mandel’štam o con un cuoco del Portogallo? La risposta a questa domanda la mette in scena Tiago Rodrigues in By heart e ci guida alla conoscenza mano nella mano, a piccoli passi, proprio come quando si raccontano le favole ai bambini, con ironia e delicatezza.
Quello ai quali gli spettatori assisteranno una volta entrati in sala, sarà un esperimento, un gioco: ad attenderli infatti, al centro del palco c’è Tiago seduto su uno sgabello; davanti a lui ceste della frutta piene di libri, accanto a lui dieci sedie vuote, cinque da una parte altre cinque dall’altra. A sorpresa del pubblico, proprio come Tiago rivelerà all’inizio dello spettacolo, quelle dieci sedie dovranno essere riempite da loro che diverranno parte attiva dello spettacolo, un mezzo con il quale Tiago potrà raccontare la sua storia; compito di questi dieci spettatori sarà quello di imparare a memoria il sonetto numero trenta di William Shakespeare.
Un viaggio attraverso la memoria dunque, la memoria letteraria, politica ed infine affettiva. Memorizzare per ricordare, memorizzare per tramandare, memorizzare per difendersi, << Noi siamo ciò che ricordiamo e nessuno può privarci di ciò che è dentro di noi >>. Ed è proprio quando questi dieci spettatori si siederanno sulle sedie vuote del palco che la storia iniziale potrà essere raccontata. Un susseguirsi di personaggi, di essere umani, che hanno utilizzato la memoria come azione di resistenza in un contesto sociale che non permetteva loro di esprimersi liberamente o che ancora con più determinazione bandiva la trasmissione di alcune opere letterarie, di alcuni pensieri, di una parte del grande cuore dell’umanità. Così, in questa giostra di racconti, Pasternak che nel 1937, durante un congresso sovietico degli scrittori, convinto di essere arrestato da lì a poco dopo, alzandosi in piedi recitò assieme ai suoi colleghi il sonetto numero trenta di Shakespeare è affiancato ad un deportato dalla memoria straordinaria di Birkenau che disse ai suoi compagni << Aprite il libro che è in me, è tutto dentro di me e potete leggerlo >>, è affiancato da Nadežda Mandel’šta, moglie del poeta Osip Mandel’štam, che sistematicamente riuniva dieci persone a casa sua per insegnare loro i versi del suo compianto marito con la speranza che anche loro li tramandassero poi a qualcun altro. E’ affiancato da chi, come suggerisce George Steiner, ha deciso di arredare se stesso, di costruire dentro di sé una grande biblioteca contro la quale nessun KGB, nessuna CIA o GESTAPO potrebbe sopravvivere, un esercito della memoria con dei soldati che usano come loro armi i libri ed infine il ricordo che loro ne fanno. Ed infine, a conclusione di questa storia, piena di aneddoti, indovinelli portoghesi e citazioni, c’è lei, Candida, oramai logorata dalla vecchiaia che la stava rendendo completamente cieca, che chiede a suo nipote, Tiago Rodrigues, di scegliere un testo che avrebbe potuto imparare a memoria e rileggere sempre dentro di lei, quando gli occhi sarebbero stati troppo stanchi per leggere. Tiago Rodrigues sceglierà il sonetto numero trenta di Shakespeare, così come ha scelto di portare in scena questa sua storia per avere a sua volta altri testimoni, altri soldati: lo sceglierà perché l’unica cosa che si può sostituire all’amore, quando questo non c’è più è proprio la memoria.
By heart è un percorso affrontato insieme, è uno spettacolo coraggioso che ha come unica pretesa quella di raccontare una storia e di lasciare a noi la comprensione e la trasmissione della morale. By heart è il dono di una nonna ad un nipote e di un nipote a noi.
Quando all’appello del silente pensiero
io cito il ricordo dei giorni passati,
sospiro l’assenza di molte cose bramate
e a vecchie pene lamento lo spreco della mia vita:
allora, pur non avvezzi, sento inondarsi gli occhi
per gli amici sepolti nella notte eterna della morte,
e piango di nuovo pene d’amor perdute,
e soffro lo stacco di tante immagini scomparse:
allora mi affliggo per sventure ormai trascorse,
e, di dolore in dolore, tristemente ripasso
l’infelice conto delle sofferenze già sofferte
che ancora pago come non avessi mai pagato.
Ma se in quel momento io penso a te, amico caro,
ogni perdita è compensata e ogni dolor ha fine.