In girum imus nocte et consumimur igni (Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco) di Roberto Castello interpreti Elisa Capecchi, Mariano Nieddu, Giselda Ranieri, Ilenia Romano, Irene Russolillo luci, musica, costumi di Roberto Castello costumi realizzati da Sartoria Fiorentina produzione ALDES con il sostegno di MIBACT – Direzione Generale Spettacolo dal vivo, REGIONE TOSCANA – Sistema Regionale dello Spettacolo Becoming idea e coreografia Youness Khoukhou danzatori Youness Khoukhou, Radouan Mriziga, Zoltán Vakulya suono e luci Benoit Pelé coproduzione Charleroi Danses, Centre Chorégraphique de la Fédération Wallonie-Bruxelles, Les Brigittines, Moussem, Centre nomade des arts con il supporto di Fonds Prince Philippe de La Fondation Roi Baudouin, Summer Studios Rosas Short Theatre 2015 Domenica 6, La Pelanda, Roma
All’interno dell’ interessantissima programmazione di Short Theatre, Roberto Castello debutta in prima assoluta con la sua nuova produzione il cui titolo In girum imus nocte et consumimur igni è attribuito ad un palindromo latino dalle origini incerte che tradotto letteralmente sarebbe: Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco.
Il coreografo inserisce i suoi quattro performer all’interno di un rettangolo dalle pareti rosse e li bagna di una proiezione costante di neve cadente. Lo spazio è ulteriormente diviso e creato dalle luci che, annunciate da una voce fuori campo, alternano “light” luce e “dark” buio. I suoi interpreti si muovono in questo spazio mutevole costruito attraverso coni d’ombra, tenebre e fasci di luce: un’ architettura inglobante, dai contorni netti, che solo attraverso il loro movimento sembra voluminosa, tridimensionale.
La costante e martellante musica elettronica che accompagna le quattro figure in scena è un elemento assolutamente essenziale e materico. I danzatori , nelle loro posture ricurve e ingobbite, dallo sguardo basso, si muovono goffi e incattiviti. Moderni zombie di una civiltà in disfacimento, alternano quadri estremamente pittorici, plastici ed espressionisti, a gag divertenti e azioni da film muto. C’è un po’ del capolavoro di Maguy Marin May B, come nei costumi un certo richiamo a Martha Graham. E’ l’ immagine di un’ umanità degradata costruita cinematograficamente, in modo estremamente accurato e interpretato magnificamente.
Di tutt’altra fattura e concezione è lo spettacolo di danza del coreografo marocchino Youness Khoukhou. Becoming è la prima creazione di questo giovane danzatore. Lo spazio scenico è spoglio, i tre interpreti sono vestiti con abiti comuni e scarpe, non c’è musica. L’indagine del lavoro è essenzialmente sul movimento. La drammaturgia del pezzo si basa sull’analisi delle traiettorie, delle dinamiche, sull’imprevisto e gli scontri.
Lo spazio viene costruito attraverso il movimento e il ritmo. Le regole interne stabilite dai tre fanno sì che essi riescano a coordinarsi in ogni istante. Lo schema geometrico e ripetitivo si sfalda piano piano con l’aumento dell’andatura provocando scontri ed errori imprevedibili per questo genuini e interessanti. L’imprevedibilità del percorso diventa a poco a poco volontarietà trasformando il gioco iniziale in una sfida. Il contatto è carico di tensioni e di immagini estreme. Un lavoro in crescendo e pieno di piacevoli momenti intellettualmente stimolanti.