Il 3 luglio si è tenuta, presso la sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, la prima italiana dello spettacolo Milonga ideato dal fiammingo Sidi Larbi Cherkaoui che dichiara il suo amore per il tango pur reinterpretandolo in chiave contemporanea.
Milonga
coreografia: Sidi Larbi Cherkaoui
consulente per il tango: Nelida Rodriguez de Aure
scenografia e video: Eugenio Szwarcer
musica: Fernando Marzan, Szymon Brzóska, Olga Wojciechowska
costumi: Tim Van Steenbergen
luci: Adam Carrée
suono: Gaston Briski
Info: trailer Milonga
dove: Auditorium Parco della Musica, Roma
quando: 3 luglio 2013, ore 21.00
La platea della Sala Santa Cecilia è gremita per Sidi Larbi Cherkhaoui che riesce a riunire nella stessa serata appassionati di tango e di danza contemporanea. Questi i due stili che si fondono nella sua nuova creazione Milonga.
Si inizia con il video di una milonga – intesa come sala da ballo –, in cui figure mischiate si moltiplicano fino a quando il telo di proiezione si ritira di lato per lasciare spazio ai danzatori, cinque coppie di Buenos Aires e una di formazione contemporanea, dai corpi elastici e movimenti sinuosi. Il tango che portano in scena è classificabile come acrobatico.
Attira l’attenzione la piccola orchestra al lato della scena che, ai ritmi delle diverse tandas, in cui prevalgono quelli sostenuti e veloci – tipici della milonga, intesa come genere musicale –, accompagna i danzatori che si misurano in un’alternanza di coppie, gruppo e terzetti; atipica situazione quest’ultima, creata dall’immaginazione del coreografo belga.
In tutto lo spettacolo si mescolano elementi tradizionali e sperimentali. Se si parla tra una danza e l’altra e si sta seduti scambiandosi occhiate d’intesa, mimando l’antico bon ton delle milonghe, sullo sfondo vengono proiettate figure in una combinazione differenziale mentre in scena cartonati dei danzatori appaiono e scompaiono al ritmo delle luci, dando la sensazione di un’intermittente presenza e assenza, la percezione sincrona di live e registrato.
Questi gli elementi di un vero e proprio puzzle di tango, le cui tessere vengono magistralmente sempre ricombinate, tramite effetti speciali sia sullo schermo che in scena. Le rifrazioni dal cartonato, al vivo, al video creano una triplice visione che risulta al contempo statica, reale, multipla.
La spettacolare coreografia costruita da Cherkaoui cerca di rievocare le radici e le consuetudini del tango-milonga nato in Argentina, attraverso il suo sguardo straniero di disegnatore di figure, immagini, movimenti sempre nuovi, continuamente riscritti. Utilizzando il linguaggio di base del tango, costituito dall’abbraccio, il contatto, la seduzione, la comunicazione tra i ballerini – attentamente studiato dal coreografo con Nelida Rodrigez de l’Aure che lo ha aiutato a non andare troppo oltre, contro la natura stessa del tango –, Cherkaoui sperimenta un suo vocabolario, soprattutto nella gestualità della coppia di danzatori contemporanei, con il quale reinventa situazioni, dinamiche, equilibri, giravolte per coreografie a volte improbabili quanto ironiche.
In ciò risiede la qualità e l’innovazione della ricerca portata in scena, più interessante dell’impresa forse impossibile di ricreare le atmosfere dei bar, delle vie, delle milonghe della Buenos Aires d’inizio secolo.