Una stellare Silvia Iorio in Eau d’ètoile, mostra personale esposta presso la galleria Il Segno dal 14 maggio al 22 novembre 2013: acquarello su carta per seguire con le stelle l’espandersi di un universo allegorico.
Artista: Silvia Iorio
Titolo: Eau d’étoile
Luogo: CONSENSO – Galleria Il Segno – KORA Diffusione Culturale, Piazza S. Lorenzo in Lucina, 4
dal 14 maggio al 22 novembre 2013
In foto: Silvia Iorio, Odysseia Universe92, Acquerello, Carta, Led, Batterie, Cavi, Elettrici, Alluminio, 70x100x2cm, 2012
Tra cielo e mare l’orizzonte della creazione artistica Eau d’étoile s’espande come un universo in crescita sulle pareti bianche della KORA Diffusione Culturale, galleria Il Segno di Consenso, Business Unit di Aleteia Communication. Cielo e mare, astri ed acqua d’acquarelli su carta che, con tinte soavi e neri di fondo, scrivono sul firmamento una filosofia dai toni lirici.
Una voce dall’universo, una mano con un pennello, una luce precisa, una stella; Silvia Iorio distende colori sulla carta che procedono lievi e malcerti nella sfumatura dei contorni, come vite, esseri umani nel cosmo, e la sua mano col pennello sono le nostre gambe che battono a tempo sulle strade asfaltate: verso che cosa? Traguardi, riferimenti vivi o ideali; punti luminosi sopra alle nostre teste, astri di luce, contrasto visivo nel firmamento e nel nero della vita. Così come s’estendono sulla carta gli acquarelli delle opere, s’allarga la presenza viva degli uomini sulla terra, come s’espande senza sosta l’universo, infinitamente s’estende la vita umana nel tempo e nello spazio. Immaginario? Reale? Scientifico? Provato? O solo percepito? Tuttavia, prezioso, come acqua di stelle, diciamo pure Eau d’étoile. Gialli, rosa e colori pastello, sono le tinte delle stelle e della vita, mai netta, mai precisa, se non nella morte, che è il nero, tutt’intorno.
Sfumature, macchie, un procedere incerto ma continuo, in espansione, trasformazione;non dobbiamo temere il divenire, il lasciar fare, saranno graduali, cresceranno, da un punto e tutt’intorno, sempre coerenti con l’inizio, solo più grandi. Il cosmo ce lo insegna, Silvia Iorio ce lo rammenta: è legge scientifica l’espansione dell’universo, dovremmo forse perseguire strade differenti noi uomini e donne? E, se dovremmo, potremmo poi? Alla fine, tra l’immaginario, il reale, lo scientifico, il provato e il provabile, è necessario porre l’accento sul percepibile: non tutto è percepibile, l’universo ci sfugge, la realtà totale ci sfugge, la scienza non arriva ovunque, il libero arbitrio potrebbe, ma rischiando l’errore. Macchie, strisce irregolari, punti, linee incidenti, linee concentriche… Gli uomini, le loro esili esistenze. Gran messaggio di positivismo in queste opere. Ma anche la morte è in espansione, il nero, intorno alle macchie di vita, è molto di più. E restiamo delusi. E abbiamo paura. Senza che l’occhio possa dirsi però già totalmente distratto, seguiamo di nuovo le linee e i loro intersecamenti, rapporti umani, congiunzioni, come accade tutto ciò? Come un errore, ancora una volta. Seguivamo un punto luminoso (tutti lo stesso?) e ci siamo incontrati, baciati, picchiati, ci siamo fatti bene e male, eppure orientati: da soli.
Ne avevamo l’intenzione? No, è una legge scientifica. È nelle stelle. Tendiamo alla morte, tendiamo al nero di fondo, a volte gradualmente, altre ingiustamente. Silvia Iorio lo sa, però ci rassicura: il nero totale non esiste, il firmamento è pieno pieno di stelle…