di William Shakespeare adattamento e regia Simone Ruggiero con Luca Avallone, Laura Monaco, Nicolas Zappa, Simone Ruggiero, Andrea Carpiceci, Matteo Vigneti, Matteo Milani, Matteo Antonucci, Danilo De Luca, Loris De Luna, Chiara Dellarossa assistente alla regia Annalisa Elba musiche Marco Raoul Mariniscene e costumi Giulia Pagliarulo e Marika Argentini 19 maggio 2016, Teatro Vittoria, Roma
Coriolano – per la regia di Simone Ruggiero – è lo spettacolo vincitore dell’edizione 2015 del concorso Salviamo i talenti, riservato a giovani talenti under 35, presentato dal 19 al 29 maggio 2016 al Teatro Vittoria di Testaccio.
Giovani gli interpreti, giovane la mano del regista che ha scelto di mettersi a confronto con uno dei testi di Shakespeare meno conosciuti, una delle tragedie ispirate alla storia romana. Protagonista della vicenda un eroe dai tratti particolari che viene definito quasi come un antieroe. Valoroso nelle vicende che da sempre lo vedono coinvolto, Coriolano non sente il bisogno di vendersi con le parole di fronte al popolo di Roma per conquistare la fiducia che si meriterebbe: questa riluttanza nel confrontarsi con le assemblee cittadine viene fraintesa come superbia ed è in questo che si determina il suo tragico destino. Questo aspetto del suo carattere e della sua psiche si compenetrano ad altri più sfumati ma altrettanto determinanti alla sua inevitabile caduta.
Luca Avallone – nei panni di questo antieroe – riesce in parte a restituirne il carattere, mettendo in risalto sicuramente una personalità incompresa che sente la necessità di solitudine per prendere le giuste decisioni e che, viceversa, messa sotto pressione risulta quasi infantile e capricciosa, capace di condannarsi da sola perché assuefatta ad una mente offuscata dalla rabbia; risulta poco evidente, nel lavoro sul personaggio, la ricerca nella profondità delle complesse sfumature. I personaggi satellite a lui più intimi comprendono la difficoltà in cui si trova, conoscendone la storia personale che lo ha costretto ad una crescita frettolosa, e cercano di difenderlo agli occhi del popolo e di riportarlo alla ragione – uno degli adattamenti compiuti da Ruggiero porta alla morte del generale Cominio, fedelmente legato alla figura di Coriolano e incredulo di fronte alle scelte di morte compiute da quest’ultimo.
L’adattamento principale compiuto da Ruggiero riguarda l’ambientazione della vicenda, che sembra trasferirsi in un alternativo presente post apocalittico – questa chiave di lettura viene aiutata in particolare dalle interessanti scelte di costume, che rendono il prodotto visivamente intrigante. C’è a livello registico l’interesse a creare una visione cinematografica dell’insieme che tende alla rottura della quarta parete e che porta il pubblico a sentirsi circondato in alcune delle scene, addirittura inserito come interlocutore diretto. Resta il fatto che la struttura tipicamente italiana del teatro non aiuta alla riuscita di questo intento ed il tipo di interpretazione risulta, per la maggior parte dei protagonisti, fredda agli occhi dello spettatore e slegata alla complessa struttura drammaturgica del Bardo – universale nei contenuti, ma difficile se analizzata con distacco, soprattutto per il linguaggio che ha necessità di essere portato ad una verità più sentita, di “pancia”. Le scene di combattimento ben strutturate sono i momenti in cui l’energia si diffonde maggiormente rendendole coinvolgenti e regalano al pubblico piacevoli momenti di pathos: il grande spazio del palcoscenico concede agli attori di regalarsi al pubblico completamente in questi momenti dinamici, che sono in netta contrapposizione al poco trasporto delle scene prettamente verbali.