Song’e Napule

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song--e-napule_coverSong’e Napule, dei Manetti bros (114’), Italia, 2013

Produzione:Devon Cinematografica srl Distribuzone: Microcinema

@ nelle sale cinemaografiche dal 17 Aprile 2014

 

Paco (Alessandro Roja) è un talentuoso pianista diplomato al conservatorio che, in cerca di lavoro, viene raccomandato da un importante assessore trovandosi quasi costretto, suo malgrado, a entrare nel corpo di polizia di Napoli. Il suo talento nel suonare il pianoforte tuttavia viene sfruttato per lavorare a un caso molto importante. Il suo compito infatti è quello di entrare nella band di “Lollo Love”, un musicista romantico e neomelodico locale – genere verso cui Paco è diffidente – che è solito suonare in cerimonie importanti. Entrando a far parte della band, Paco avrebbe l’occasione di suonare al matrimonio della figlia di un criminale invischiato nella camorra, e di arrestare così un noto latitante camorrista che sarebbe stato presente alla cerimonia…

I Manetti bros, definendosi registi “non di genere”, provano a raccontare un cinema proveniente dal basso e che non rispecchia i canoni standard che caratterizzano gran parte del cinema italiano dei giorni nostri: intervenuti alla conferenza dopo la proiezione del film, i due registi hanno dichiarato di volersi distinguere proponendo un cinema che comprenda più stili e linguaggi, il cui scopo principale è l’intrattenimento. Il film è un mix di ironia e poliziesco il cui risultato può essere letto come una critica alla camorra ridicolizzata da un improbabile poliziotto imbranato. L’eroe della vicenda, catapultato in un mondo che non gli appartiene, compie una missione che lo porta a conoscere meglio se stesso e il mondo al quale appartiene: l’intreccio della vicenda è scorrevole e man mano che il film prosegue si nota sempre più la trasformazione del personaggio. Se il film è classificabile in quel filone underground tipico dei Manetti, lo stesso esempio vale per la musica che nel film è un elemento chiave: quella “neomelodica”, la musica popolare napoletana che mette in contatto due musicisti diversi.

Pur non essendo di Napoli, il duo romano descrive molto bene la città attraverso gli occhi di un protagonista che ancora non sembra essersi abituato a vivere nella città in cui è nato. Per questo in più momenti Paco sembra ancora non adattarsi alla sua città. Sebbene questa descrizione di Napoli sia stata fatta in maniera accurata e quasi per nulla didascalica, il finale è come in ogni commedia lieto e smielato.

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Autore

Jacopo Testone

Scrivo per Nucleo dal 2014, sono laureato al DAMS di Roma Tre con 110 e lode con una tesi sulle teorie e pratiche del piano sequenza. Aspirante regista.

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