L’ Ex-Elettrofonica ospita la prima mostra a Roma di Davide Gennarino e Andrea Respino, alias Alis/Filliol: il loro è un viaggio attraverso la materia, intesa come qualcosa di ingestibile e vivibile allo stesso tempo.
Artisti: Davide Gennarino e Andrea Respino
Titolo: Spaces I non spaces #1 Alis/Filliol – Grand Trou
a cura di Benedetta Carpi De Resmini
Luogo: Ex-Elettrofonica, Vicolo Sant’Onofrio 10-11
fino al 15 maggio 2013
Due guanti destri appesi alla parete.
Due video.
Due artisti.
Un concetto e molti progetti, accomunati dallo stesso pensiero.
È la materia che affascina il duo artistico Alis/Filliol. Se si volesse partire da una citazione la più adatta sarebbe «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma», di Antoine Lavoisier. Guardando i due video è proprio questo che viene in mente.
Sulla parete destra dello spazio dell’Ex-Elettrofonica – già ampiamente conosciuto in altre occasioni e sempre originale e affascinante nelle proposte – compare la proiezione di due uomini intenti a superare una formazione rocciosa. Sono vestiti elegantemente, con scarpe da ballo dalle suole lisce e fanno quindi fatica a superare ciò che hanno sotto i piedi. Camminano in fila, cercando di seguire i passi del compagno. È come se chi riprendesse tentasse di far vedere cosa sta vivendo egli stesso, come si muove nell’aria, come si rapporta alla materia che incontra, come la percepisce e come si percepisce nel luogo che attraversa. È la vita, la chiara imprevedibilità della vita. I passi incerti. Siamo fatti di esperienza viva.
Voltiamo la testa verso sinistra e nella parete in fondo si osserva il video di una caverna nel suo attraversamento. Il video è un continuo di scatti d’immagine, come se fosse impostato sul tasto slow, ma non è così. Sono immagini fotografiche al flash. Sono la percezione reale di ciò che circondava i due artisti nel loro percorso verso la fine del tunnel. Flash! Luce! Cosa si osserva? In che posizione ci troviamo? Stiamo andando bene? Troveremo la via d’uscita? Il mistero, l’imponderabile del nostro passaggio sulla terra.
È proprio questo il concetto celato sotto il progetto, la propria percezione del mondo che ci circonda e di noi stessi in relazione ad esso. Affascinante, estremamente affascinante. Osservando l’opera del duo si entra dentro ogni singolo cassetto nascosto nel proprio inconscio. Emozione, ansia, paura, spaesamento, meraviglia, contentezza. Ovviamente il tutto parte da lontano, parte dalla scultura e dalle opere prime dei due artisti. Parte dal poliuretano, materiale ingestibile, che rivela molte sorprese. Prima di arrivare fin qui Alis/Filliol si sono cosparsi il corpo di poliuretano, a dimostrazione del fatto che un qualcosa di così definito come il nostro essere umani potesse prendere forme diverse ed inaspettate attraverso la materia.
Questo è. Benché si cerchi di essere registi, l’opera si produce da sé.