(studio per Discorso Verde)
con Marco Cavalcolivocalist Chiara Lagani
live electronics Emanuele Wiltsch Barberio
ideazione Luigi De Angelis e Chiara Lagani
drammaturgia e costumi Chiara Lagani
progetto sonoro, musiche Emanuele Wiltsch Barberio
Abat-jour by ZAPRUDERfilmmakersgroup
scene Nicola Fagnani
regia Luigi De Angelis
produzione E/Fanny & Alexander 3 Novembre 2015, Teatri di Vetro 9, Teatro Vascello, Roma
Danzare la decadenza a passi di tip tap, tra Capitalismo e Schizofrenia, in un discorso che allude al tema dell’economia e subito si sottrae alla teoresi, auto-rinnegandosi e dissipandosi in un “tango criminale”, in costumi inattuali ed elusione della retorica.
Come un estenuato vaudeville, permeato par contre da atmosfera dark wave tardo anni Ottanta, si snoda in tal modo lo studio preliminare per Discorso Verde del collettivo Fanny & Alexander.
Scrooge, titolo provvisorio, è un meccanismo che fa dello spettacolo il suo vettore “principe” e allo stesso tempo la sua antitesi coabitante. La scena minimalista costituita da presenze quali un dj in consolle, la vocalist Chiara Lagani e il performer Marco Cavalcoli, si ripiega continuamente su se stessa mutando tono e modalità rappresentative. Dapprima tip tap techno, danzato da Cavalcoli posto su una pedana al centro dello spazio scenico, in seguito canzonette e monologhi satirici, fino ad arrivare a un parossistico tango anni Cinquanta. Allo stesso tempo la presenza straniante del video, oblò lisergico dove si proietta un collage di frammenti di cartoon Disney e di filmini d’epoca (con effetti psychedelic e lo-fi), funziona come dispositivo di amplificazione dell’evento scenico, che si presenta piramidale: presenza corporea, video immateriale e manipolazione tecnologica come intersezione tra i due.
La partitura vocale accompagna le immagini, attraverso un doppiaggio live basato su un meccanismo etero-diretto. Incontrando gli effetti sonori, la voce di Cavalcoli si articola come un mash-up dal vivo, imita lo scratching di un nastro registrato, duetta con la performer Lagani, che ha funzione di coro e contraltare rispetto alla figura centrale maschile.
Lo studio preliminare del discorso sul tema dell’Economia si basa sulla concettualizzazione del denaro, a partire dalla sua etimologia sino ad arrivare al suo apogeo, ovvero alla figura del capitalista così come illustrata nell’immaginario collettivo. Ed ecco che diviene chiaro il motivo per cui spunta fuori il protagonista di un cartoon Disney, con un abbondante richiamo al film Canto di Natale di Topolino. La rappresentazione benevola e umanizzata dell’accumulatore par excellence di questi spiccioli dorati, con la caratterizzazione del vecchio avaro e burbero Scrooge, è infatti riletta come un cliché dell’impero mediatico. Il bestiario della cultura di massa si palesa nell’abat-jour di ZAPRUDERfilmmakersgroup: immagini di pin up (Dita Von Teese, icona burlesque del capitalismo avanzato), degli Agnelli ai tempi del boom economico e stralci di pubblicità progresso rilanciano il Leitmotiv «All you need is money», diffuso attraverso qualsivoglia categoria cognitiva per rendere falsamente concreto un dato immateriale.
Affascinante risulta il richiamo fugace (quasi subliminale) alla figura enigmatica di Edoardo Agnelli, il nipote eretico di Gianni, morto nel 2000 in circostanze misteriose. Scandali, processi per possesso di droga e conversione all’Islam: una biografia borderline non approfondita dai Fanny & Alexander ma decisamente paradigmatica nel suo costituirsi come l’altra faccia del successo, l’anomalia nel sistema.
L’impero economico rappresentato e schernito non manca di ulteriori richiami all’attualità: Cavalcoli/Berlusconi inizia un tête à tête con le sue donne, momento satirico a cui segue il romantico Kriminal Tango di Fred Buscaglione, che esalta la figura del gigolò anni Cinquanta- Sessanta, stile Porfirio Rubirosa.
Da loop intermediale a balera, il passo risulta breve: si danza sull’evidente deriva dell’«Europa come museo del mondo» e dell’«Italia come California dell’Europa», mantenendosi sulla superficie di un discorso complesso e urgente nella sua esposizione. A tratti dissacrante, a tratti cupo e algido, Scrooge in quanto studio sperimentale di uno spettacolo a venire, lascia intravvedere un rimestio sommesso, dove l’incepparsi della voce e il decidere di non adattarsi a una narrazione lineare, in questo caso richiamandosi al genere cabarettistico, segnala una resilienza artistica ed etica, nonché resistenza all’understatement e ricerca di nuove forme di visione e semiosi.
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