Stazione Termini 2009 – 2013

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Dall’8 al 28 settembre Officine Fotografiche ospita Stazione Termini 2009-2013. La mostra, curata da Antonella Di Lullo, è composta da più di duecento scatti di Niccolò Berretta, che hanno come tema centrale la stazione Termini, con tutti i suoi utenti.

Titolo: Stazione Termini 2009-2013

Artista: Niccolò Berretta

a cura di Antonella Di Lullo

Luogo: Officine Fotografiche, Via Libetta, 1

8 settembre – 28 settembre 2013

Dal 6 al 14 settembre si tiene a Roma l’ Outdoor. Urban Art Festival. All’interno della quarta edizione si colloca la mostra Stazione Termini 2009-2013: dopo quattro anni di ricerca, Niccolò Berretta espone più di duecento scatti realizzati nella stazione romana. L’artista stesso afferma che era alla ricerca di un posto seriale e ha trovato la soluzione nella stazione capitolina, «la più trafficata stazione ferroviaria d’Italia e tra le prime tre d’Europa, più di 800 treni al giorno, 400.000 passeggeri al giorno,150 milioni di viaggiatori all’anno».

Ha iniziato a frequentare quotidianamente quei luoghi frenetici, in cui ogni azione si ripete uguale a se stessa, pronto ad immortalare le persone con la sua macchina fotografica, non affidandosi mai al caso, ma  chiedendo loro esplicitamente di mettersi in posa. Alcune si sono prestate, mentre altre hanno diffidato sottraendosi all’obiettivo. E così giorno dopo giorno, scatto dopo scatto, il progetto ha preso forma ed è ancora in divenire, perché questa mostra è solo una tappa di un percorso inconcluso.

Gli spazi di Officine Fotografiche ospitano l’evento, contribuendo con le pareti bianche a far emergere dalle foto i molteplici volti ritratti, pronti ad incrociare il proprio sguardo con quello dello spettatore. In pose e atteggiamenti diversi, collocati in luoghi differenti della stazione, i protagonisti delle foto scelgono liberamente cosa raccontare di se stessi, lasciando altrettanta libertà di immaginare a chi li osserva . Attaccate al muro con una clip, le foto sembrano essere in attesa di venir fuori dalla camera oscura o che qualcuno li abbia messe lì come promemoria. Un monito per ricordare e non dimenticare l’umanità nel suo complesso, quanto nel particolare. L’insieme dei ritratti però non si presenta come un catalogo, bensì come un racconto fatto di storie che si intrecciano: alcuni sono solo di passaggio in quella stazione, altri l’hanno scelta come “casa”; insomma un “non luogo” che si fa luogo, dove si incontrano/scontrano l’uomo d’affari, lo studente universitario, la diva della televisione, lo straniero in vacanza e quello emigrato, ed infine il senza tetto. La stazione, come sito di transito, punto di partenza o di arrivo, diventa metafora della vita: sta a noi decidere come interpretarla.

La mostra inoltre è completata da un video, in cui le immagine sono accompagnate da più di 50 conversazioni audio: voci sconosciute diventano ben presto familiari attraverso racconti di vita, in cui l’utente può riconoscersi o prendere le distanze, divenendo a sua volta protagonista tra molteplici protagonisti.

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Autore

Carmen Capacchione

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