Stomp di Luke Cresswell e Steve McNicholas
Dove: Teatro Brancaccio
Quando: 9 maggio 2012
Info:
Ieri sera sono stato a un concerto. Anzi no. Ricominciamo.
Ieri sera sono stato a uno spettacolo teatrale. Non è troppo vero nemmeno questo…
Ieri sera sono stato a teatro (e che teatro il Brancaccio!) ad assistere a una serie di coreografie pazzesche per poi prendere parte all’ultima parte dello spettacolo. Ecco, ora ci siamo. In che senso “per poi prendere parte”?
Semplice, la scaletta degli Stomp prevedeva infatti la percussione, in ordine, dei seguenti oggetti: scope, cerini, mani, mani e piedi, secchi e scopette, tubi, lavelli, pentole, barattoli di varie forme e dimensioni, aste, sedie, accendini Zippo, giornali, palloni da basket, camere d’aria, spazzatura varia, coperchi e, per l’appunto, il pubblico, tra cui io. Per gli ultimi 6 minuti di spettacolo, infatti, gli 8 artisti hanno ballato e suonato il suonabile richiedendo l’apporto della platea per tenere il tempo, a rigor di logica quindi, sono stato suonato!
Bene, dopo questo sproloquio iniziale provo a spiegarmi meglio.
Gli Stomp, per chi non li conoscesse, sono un gruppo di ragazzi accomunati da un senso del ritmo impressionante, la fantasia di un bambino, l’energia di una mandria e la capacità di tenerti con gli occhi incollati a loro per quasi 2 ore, proferendo sì e no 5 parole nell’arco della serata. Quasi tutti provenienti da varie parti degli Stati Uniti, con alcune eccezioni brasiliane, canadesi e inglesi, gli Stomp vengono fondati nel lontano 1991 a Brighton dai coraggiosi ed ambiziosi Luke Cresswell e Steve McNicholas. Da allora sono passati attraverso una serie infinita di cambi di formazione e di successi a livello internazionale. Già nella seconda metà del 1992 iniziava il loro primo tour intercontinentale a testimonianza della bravura e soprattutto dell’ottima risposta della critica. Se pensiamo agli spettacoli teatrali di 20 anni fa non è difficile immaginare come questi insoliti “ballerini-percussionisti” fossero una boccata d’aria fresca. Un nuovo modo di stare sul palco. Sperimentando sempre nuove tecniche e nuovi strumenti, se di strumenti si può parlare, gli Stomp hanno negli anni raffinato il loro spettacolo fino al prodotto finale, ormai apprezzato nei 5 continenti, che è una commistione di tempistiche, sketch, coordinazione corale e comicità.
La formazione di questo gruppo è molto eterogenea e anche questo è un’arma importante per gli Stomp: si va dal ballerino con un impostazione da break-dancer, a una maestra di tip-tap, così che ognuno possa apportare il suo arricchendo ulteriormente uno spettacolo di per sé già estremamente affascinante.
Certo è che il momento più bello è probabilmente in chiusura, quando gli artisti richiedono il supporto ritmico del pubblico, che, all’inizio in gran difficoltà, piano piano si lascia prendere e accompagna a suon di clap-clap lo spettacolo fino a quando le luci si spengono e il battito di mani diventa uno scrosciante applauso. Un pubblico, ci tengo a sottolinearlo, che va da classi di liceo, a famiglie, da ragazzi di 20 anni a persone più anziane. Tutti accomunati dalla voglia, una volta usciti dalla sala, di percuotere ciò che trovano tentando di emulare ciò che hanno appena visto. D’altronde quando scopri che per creare spettacolo basta una pentola o un accendino (o addirittura una busta bianca di plastica) la voglia di suonare viene a chiunque…