Il suono della ragione | O del vacillare in risonanza

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Quando 3 Ottobre
Dove Roma, Auditorium Paolo Rosa, Museo Laboratorio della mente
Interpreti Francesco Ziello, Liu Mon-Chieh, Claudio Rampini, Silvia Scarpa, Francesco Bianco, Debora Longini, massimo Massimi.
Regia del suono e assistente musicale Giuseppe Silvi, Luana Lunetta
Brani di John Cage, Alvin Lucier, Paolo Gatti, Concetta Cucchiarelli, Giuseppe Silvi, Massimo Massimi, Silvia Scarpa, Francesco Bianco

Foto Virginia Guidi

Max

Violoncello Flavia Massimo: Sul filo

La serata del 3  ottobre al Museo Laboratorio della Mente – Ex Ospedale Psichiatrico Pad. 6 – ci conduce all’ascolto di uno spazio musicale polimorfo: qui la musica contemporanea viene esposta in una logica interdisciplinare, avendo come punti fondamentali tecnica e teatro. Interdisciplinarietà che porta con se i risultati di un incontro con il corpo, umano e tecnologico.

Le musiche dei compositori si legano ad un luogo (ex-manicomio) che, spiega il direttore artistico Francesco Ziello, «assume una dimensione molto affascinante se unito ad esperienze compositive basate sull’intreccio tra la musica e le arti performative».

Ed è infatti un percorso rizomatico, dove riecheggiano i suoni di compositori del recente passato come John Cage (Suite for Toy Piano) e Alvin Lucier (I’m sitting in a room), fino ad approdare alla dimensione estetica dei musicisti presenti in sala, che procede in una costruzione (o decostruzione) della forma.

L’elettronica è regina incontrastata del programma musicale; Trigramma 8 di Paolo Gatti (prima esecuzione con voce dal vivo) apre lo spazio acustico intorno a noi manipolando, tramite live electronics, materiali melodici cantati dal soprano Liu Mon-Chieh. Uno spazio leggero, rarefatto, e teso tra il significato e il significante di un testo cinese.

IO

Silvia Scarpa, Francesco Bianco: Proposta n.1

Lo studio di una variazione continua degli elementi musicali, è punto nevralgico, collante delle musiche in scena, cosi come lo studio dello strumento acustico. Il compositore Silvi propone il brano acusmatico Decadenze, incentrato sulla timbricità delle percussioni, «sul corto circuito timbrico e materico»; manipolazione di una massa, di una grana, di un volume. Corpo che aumenta. Come il corpo elettrico di Sul Filo composto da Massimo Massimi per violoncello, quest’ultimo strumento aumentato tramite estensione delle meccaniche. Ciò aggiunge, oltre al trattamento elettroacustico, una nuova visione di studio dello strumento ibridato che riguarda non solo il compositore ma anche lo strumentista (impegnato nel pezzo a destreggiarsi con un doppio archetto).

Concetta

Performer Debora Longini: Voci di Demetra

Ci si districa sempre dentro sonorità fortemente materiche: sempre corpo, corpo-musica, corpo-musica-teatro. E se ogni corpo riconduce ad una logica di riconoscimento, ad una logica di comparizione, l’informalità, il gesto elettronico veicola questo riconoscimento, racchiuso nei pezzi di Francesco Bianco, Silvia Scarpa e Concetta Cucchiarelli. Da Parte di Bianco e Scarpa una performance per corpo e voce (Proposta n.1): «realtà immaginata, prodotta nella nostra mente» e ancora una volta risucchiata nelle distorsioni elettriche del compositore, impegnato nelle elaborazioni audio digitali dal vivo, come dal vivo sono i delay di Cucchiarelli che con Voci di Demetra porta, in una breve azione scenica, le allucinazioni in voce di donne del passato, cariche della loro storia di emarginate, in quanto streghe, eretiche o semplicemente spose che mai hanno amato.

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Autore

Marco De Martino

Mùṡico. Agg. e s. m. [dal lat. musĭcus, gr. μουσικός, der. di Μοῦσα «musa»; propr. «delle Muse, che riguarda le Muse»]

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