Alla Casa Del Cinema di Roma si è svolto il Queering, un festival di letteratura, arte e cinema sul tema dell’omosessualità. Tra le proposte, Tarnation di Jonathan Caouette, film che ha avuto numerosi riconoscimenti quali il premio come Miglior Documentario da parte della National Society of Film Critics, l’Independent Spirits, il Gotham Awards e il London Internation Film Festival.
Tarnation, di J. Caouette, Usa 2003, 88’
Sceneggiatura: Jonathan Caouette
Direttore della fotografia: Jonathan Caouette
Montaggio: Jonathan Caouette
Scenografia: Jonathan Caouette
Musiche: Max Lichtenstein
Interpreti: Jonathan Caouette, Renne LeBlanc, Rosemary Davis, Adolph Davis, David Sanin Paz
Tarnation è un documentario autobiografico caleidoscopico che si basa sulla ricostruzione cronologica dei duri accadimenti che hanno coinvolto Jonathan Caouette: autore, ideatore e produttore dell’opera.
Tarnation è stato realizzato e montato in casa con il semplice ausilio di un programma per Macintosh. Attraverso semplici ma incisivi filmati amatoriali che ripercorrono l’intera esistenza del regista, il film indaga un’infanzia caratterizzata dal profondo rapporto con una madre vittima di gravi problemi mentali.
Tramite una modalità narrativa “docu-film”, Caouette suggestiona lo spettatore con inquietanti metafore oniriche che ci attraggono verso gli oscuri sviluppi della sua ambigua esperienza, esternata mediante acrilici colori che saturano una fotografia scossa da frequenti e inaspettati fuori fuoco.
Le suggestive dissolvenze, che compongono un montaggio indirizzato ad incrementare il senso di oppressione e alienazione, riescono fluentemente a raggiungere una densità che, attraverso la testimonianza, rivive nei nostri occhi e soprattutto nei nostri sensi sino a lasciarci senza scampo, come fossimo noi prigionieri di quella famiglia.
Il documentario è anche intriso di momenti d’autocoscienza narrati nelle nude auto-inquadrature, dove il regista-attore utilizza la telecamera come un diario: un intimo amico al quale confidare le turbe sessuali e le violenze subite.
Quello che traspare dall’opera di Caouette è una rabbiosa critica a quel provincialismo, incarnato dal torbido conformismo delle famiglie medie americane, che mostra un’ignoranza di fondo: quella che porta i genitori della madre di Jonathan ad autorizzare i medici a curare loro figlia attraverso l’elettroshock. Questo terribile oggetto, inquadrato in un’aberrante primo piano, distrugge la sanità mentale della madre ed è posto da Caouette come la lama scissoria della sua tragedia: proprio a sancire la distanza tra ciò che c’era nel momento della normalità e l’incubo creatosi dopo la “cura” .
Tarnation, con questa enorme e deforme rabbia, ha permesso a Jonathan di manifestare la propria “Terapia” al mondo, una presa di coscienza che lo aprirà alla propria omosessualità e all’esplosione della propria brillante vocazione artistica. Jonathan si svela, senza paura, a quel medesimo mondo che appare così spaventoso e magnifico allo stesso tempo.