Al Teatro Palladium, nel contesto del festival Teatri di Vetro, va in scena in prima nazionale il 23 aprile 2013 La società, l’ultimo lavoro creato dalla collaborazione di due giovani talenti: Lino Musella e Paolo Mazzarelli. Sostenuti nella realizzazione della nuova opera dalla fiducia – assolutamente ben spesa – del Teatro Stabile delle Marche, i due sono affiancati sul palco da Fabio Monti e Laura Graziosi, nella manifestazione, di un’esaustiva e perspicace semplicità, della società attuale e dei sogni che ancora possiede, nasconde e distrugge.
La società
scritto e diretto da: Lino Musella e Paolo Mazzarelli
con: Fabio Monti, Lino Musella, Paolo Mazzarelli, Laura Graziosi
scene: Elisabetta Salvatori
costumi: Stefania Cempini
luci: Mauro Marasà
23 aprile 2013 – Teatri di Vetro, Palladium, Roma
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Dopo le precedenti scritture Due cani – ovvero la tragica farsa di Sacco e Vanzetti, Figlidiunbruttodio e Crack machine, la Compagnia MusellaMazzarelli propone al pubblico La società – Tre atti di una commedia umana. Quello che presentano è nuovamente uno spettacolo, come già nello stile scelto per i precedenti, che con distacco ironico e perspicace drammaticità, analizza la realtà attuale. La compagnia, fondata nel 2009, costituita da Lino Musella e Paolo Mazzarelli, fino ad oggi ha scelto la via della produzione autonoma: i due componenti contribuiscono con eguale apporto allo spettacolo, dalla sua ideazione alle scelte di regia alla realizzazione sul palcoscenico.
È forse questo che contribuisce alla creazione di un clima particolare: la naturalezza della recitazione sembra parlare del modo in cui i personaggi hanno preso forma e a cui ognuno dei genitori-autori si è affezionato. E similmente i tempi di regia sono lineari e umani, i cambi di scena attuati in un attimo di sospensione e mai cruenti.
La trama è semplice: tre amici – Ugo, Vittorio e Salvo – ricevono in affidamento la gestione di un locale e si ritrovano a doversi confrontare sulle attività da organizzare e le modalità di impiego di quello spazio, porta attraverso cui finalmente affacciarsi al mondo e simbolo della loro libertà tanto faticosamente ricercata. Ma, nonostante il passato di condivisione e vicinanza, tra i tre non tardano a manifestarsi scontri, e la collettività, da luogo di incontro, si trasforma in un ostacolo in cui i singoli sono offuscati.
Salvo, interpretato da Fabio Monti, è l’idealista, colui che nella società si infiltra e scende al compromesso di sfiorarla solo nel tentativo di ricondurla verso la dimensione individuale dell’uomo che è ancora capace di sognare: «Qua dentro quello che conta sarà salvato! Non sarà sporcato dal contingente!», così spiega il progetto che lui ha per il locale affidatogli. Al contrario, Vittorio, impersonato da Paolo Mazzarelli, è colui che la società ha già cambiato e indurito, portandolo a pensare che è meglio immergervisi e perdere nella sua macchinosità se stessi piuttosto che tentare di mantenere quell’individualità fragile dei sognatori, che è la fortezza più difficile da difendere. Tra i due opposti si stanzia Ugo, Lino Musella, colui che sta in disparte nel conflitto e a cui è affidato l’arduo ruolo di moderatore: lui rappresenta la distanza dalla società, meno eroico forse, di chi non ne è abbastanza interessato, ma a cui basta un pretesto che tocchi la propria sfera personale per trovare la forza di buttarvisi impetuosamente ed addirittura di distruggerla. Accanto ai tre compagni si unisce la figura di Luba, sulla scena Laura Graziosi, colei che veramente è ai margini della collettività, per origine o per scelta, e che nel sentore di quanto la società possa scalfire l’unica ricchezza che le rimane, la propria identità, sceglie di allontanarsene.
La società odierna è rappresentata, in modo completo ed esaustivo, da quattro personaggi in tutto: impossibile per lo spettatore sfuggire al senso di appartenenza che provoca l’identificarsi con almeno uno dei ruoli scelti dagli autori; senso di appartenenza che spinge ad una riflessione sul modo da scegliere con cui immettere la propria individualità nella collettività, e tramite il proprio contributo, evitare lo scontro, la distruzione, ma equilibrarla, armonizzarla, col fine ultimo di salvaguardare sogni e ideali, o anche solo la propria individualità.