Nell’ambito di Teatri di Vetro Festival, Camera 21, progetto fotografico nato dall’idea di Eva Tomei e Simona Filippini, il 24 Aprile ha presentato, con la collaborazione di Pierluigi Zolli, una raccolta di “25 video interviste per il 25 aprile” nel quartiere la Garbatella, il giorno della ricorrenza della Liberazione. L’intento, come afferma la stessa Tomei, è di restituire «un confronto sui temi della memoria collettiva, la storia del nostro paese, sul concetto di libertà e di democrazia, usare lo strumento della fotografia e del video per un’analisi sociale e documentaria sulla memoria del nostro paese».
“25” Genere: Proiezione di video interviste Progetto di: Camera21 Un’idea di: Eva Tomei Fotografie: Simona Filippini, Eva Tomei Montaggio: Adalberto Gianuario Coproduzione: Hi-Kari produzioni 24 aprile 2013 — Lotto 14, Piazza Mesdea, Roma Vai al sito di Camera 21 Vai al sito di Teatri di VetroCamera 21 aveva già presentato, durante la sesta edizione di Teatri di Vetro Festival, un progetto fotografico esposto nel mercato della Garbatella, centro della comunità e punto d’incontro del quartiere, che andava a sottolinerare l’inizio di un legame solido tra arte fotografica e collettività: lo spettatore poteva riconoscersi in alcune delle foto esposte lungo il percorso del mercato in un divertente gioco alla ricerca di se stessi.
In “25” la necessità del video e il bisogno della parola sono strettamente legati al 25 Aprile, come ci dice alla fine della proiezione Eva Tomei, «il video ci dà la possibilità di legare le parole alle immagini, così ci siamo lanciate senza paracadute per la strada, evitando qualsiasi tipo di selezione». E il luogo della proiezione, Lotto 14 – piazza Mesdea di Garbatella, non sembra scelto a caso: i bambini continuano a giocare, alcune signore si affacciano incuriosite, mentre altre continuano a stendere i panni alla finestra o a chiudere le persiane.
Nel video vengono poste a persone eterogenee quattro domande standard: Che cosa significa la Liberazione? Che cosa significa per te? Che cosa significa oggi? Sentiamo ancora la responsabilità di questa eredità?
Le risposte, scavando nella memoria, aprono alla porta dell’attualità: la Liberazione, nelle lacrime di una giovane ragazza all’entrara della metro diventa una ferita dei nostri giorni, rabbia di fronte all’impossibilità di rispondere con il sorriso alla domanda “Che cos’è per te la libertà?”, dolore per non poter esercitare in un paese che non investe sul valore della cultura.
Il concetto di libertà, nelle parole che si ascoltano in quei 15 minuti, si presenta così nei suoi due volti, quello astratto e spirituale e quello concreto, pragmatico e pratico: se il “filosofo” egiziano al mercato parla di libertà come di un sentirsi liberi ogni giorno della propria vita per cui «se faccio il bene è giusto che io lo butti al mare a vada avanti in modo da trasmetterlo alle generazioni future», la signora rumena è molto preoccupata di fronte alla crisi mondiale che gli fa rimpiangere il suo paese natale.
Nel ricordo della Resistenza, della lotta partigiana, della Liberazione, l’intellettuale, l’artista, il cittadino diventa interprete di una memoria che, sempre attuale, ha in sè la potenzialità, la possibilità del riscatto per la nostra generazione.