Articolo di: Michela Iaquinto
Il buco nel mare è un audiodocumentario, prodotto da Ornella Bellucci giornalista professionista, a cui abbiamo preso ascolto il 27 Aprile durante il festival Teatri di Vetro. Attraverso la sola voce di un uomo tarantino, abbiamo potuto toccare concretamente il suo sogno di riportare Taranto, la Puglia, l’Italia, il Mondo, al suo originale splendore.
Il buco nel mare, di Ornella Bellucci
Montaggio e mix: Gianluca Stazi
Produzione: Tratti documentari
Con: Nicola Franco e Patrizia Fedele
Info: Teatri di Vetro
«Buonasera mi chiamo Nicola Franco e sono un inventore», questa è la frase che ripete costantemente Lino durante la registrazione. Inventore di che cosa? Del buco nel mare, ovvero un allevamento di pesci, da lui sperimentato presso il Mar Piccolo, grazie al quale, con i dovuti finanziamenti, riuscirebbe a sfamare e a dare lavoro a tantissime persone.
Si potrebbe affermare che Nicola Franco è un inventore di speranza. Speranza di salvare la sua bella città, Taranto, oramai distrutta dall’inquinamento, attraverso qualcosa di naturale e di salvare, contemporaneamente, il Mondo intero, oramai devastato dalla “giungla” umana.
Lino inizia il suo progetto quando esce dal carcere dopo aver scontato una pena per omicidio: vuole sdebitarsi con la società per avergli portato via qualcuno restituendogli la ricchezza infinita che il mare potrebbe offrire.
Una storia amara, fatta di speranze e sogni destinati a rimanere tali. Quella di Lino è una voce a cui è stata data autonomia in questo audiodocumentario che, durante l’ascolto, sembra ci catapulti al limite tra la realtà e la finzione. Il buco nel mare è un grido di aiuto non per se stesso, ma per il mondo intero, che si sviluppa attraverso uno sguardo/voce forse utopico nella sua possibilità di realizzazione, o forse, più semplicemente, ancora incantato.
Il solo sentire la voce dei personaggi, il non vederli, non ha influenzato minimamente sul fattore emozionale degli audiospettatori. Anzi, ha permesso di concentrarsi meglio sulla vicenda senza perdersi in futili particolari di cui spesso le immagini sono colme. L’ascolto mette in moto la fantasia permettendo la creazione, sotto forma di immagine mentale, della storia e dei suoi protagonisti: tutte le persone che hanno preso parte a questa esperienza avranno sviluppato nella loro mente un Lino sognatore in cui un po’ tutti ci identifichiamo.