coreografia e testi Laura Boato disegno luci e paesaggi sonori Luca Ferro scene Luca Giabardo e Laura Boato costumi Daniel Tuzzato con Sandro Bullo, Michela Dal Bo, Laura Gagliardi (Act I) Cristina Guarnieri, Mariella Miazzo, Flavia Salvador (Act II) Ariadne Mikou (Act III) 23 settembre 2014, h 20.45 Teatro Vascello
On the market è un progetto della coreografa Laura Boato in tre atti: Incarnation, Beauty e Art.
“Incarnation” racconta della storia di un nucleo familiare e dell’amore tra madre e padre, identificati come un’unica entità, e la figlia. Quest’ultima nuda e sofferente cerca riparo e conforto tra i corpi dei genitori, pronti ad accoglierla sempre. Vincente la scelta di aver messo in scena danzatori non professionisti come coppia genitoriale, che, muovendosi specularmente per tutti i 18 minuti, scandiscono un ritmo piacevolmente lento. Il primo pezzo di On the market si conclude con l’uscita di scena della famiglia, con la bambina dentro ad un carrello della spesa, spinto dalla mamma e dal papà.
“Beauty” è predominato dal colore bianco: un tappeto in PVC lucido bianco grande quanto tutto il palco, luci bianche senza gelatina e tre donne di bianco vestite; la prima porta tra le mani un prezioso vaso, la seconda uno stivaletto col tacco e l’ultima una macchina rossa telecomandata. Le tre sfilano con il loro oggetto come fosse il loro vanto più prezioso e si muovono per la distesa bianca che diventa, ora mare, ora nuvola, e che prende vita come degli spostamenti tellurici ripresi in accelerazione, o come delle lenzuola dalle quali emergono le tre donne di prima mattina, riposate e belle nella loro nudità, nonostante il tempo segnato sui corpi.
Il sipario di “Art” che completa il trittico, si apre su un ambiente di evocazione fantasy con una figura che troneggia al centro della scena, avvolta da lenzuola che variano dal color avana al grigio perla. Il lunghissimo vestito che la àncora al pavimento e i movimenti della danzatrice richiamano, da una parte un albero con le sue radici su un tappeto di vesti e lenzuola, e dall’altra corde e briglie che la tirano a destra e a sinistra. Questa brezza romantica viene inaspettatamente interrotta da una divertente digressione di metateatro, in cui attraverso un dialogo fuoricampo tra il produttore e la coreografa – la stessa Laura Boato – abbiamo la rappresentazione delle assurde, divertenti e amare contraddizioni insite nel mondo dell’arte: per i costi degli spostamenti, per il numero delle danzatrici, per il budget, per il numero delle luci, per i vestiti troppo esagerati, e infine per i diritti della la musica di Advo Part, lentamente lo spettacolo originario viene spogliato e si trasforma diventando tutt’altro.
Il solo della talentuosa danzatrice greca Ariadne Mikou è bellissimo per gli occhi e per il cuore, per i repentini cambi di qualità di movimento che lo caratterizzano.
Il lavoro di Laura Boato è imperniato su una grande serietà e la sua ricerca minimale è poetica. La sua capacità è di esprimere un concetto trasportandolo in movimento nitido.