LADYOSCAR
presentato da 20Chiaviteatro
di Ferdinando Vaselli
regia Ferdinando Vaselli
con Alessia Berardi, Riccardo Floris
musiche Sebastiano Forte
25 maggio 2012, h 20:30
Teatro Palladium, Roma
Per maggiori info: Rassegna Teatri di Vetro
I protagonisti di Ladyoscar sono due tossicodipendenti che non hanno nome, continuano a chiamarsi vicendevolmente amò, in quanto fidanzati. Sono ubicati nel nulla, in un luogo qualunque fuori dalla città. La provincia è quella romana, ma si tratta di una periferia indistinta. Ciò che li unisce e ingabbia è la cocaina.
Il progetto nasce dalla collaborazione con la ASL di Roma e alcune Associazioni che hanno raccolto interviste e storie di giovani tossicodipendenti, successivamente drammatizzate da Ferdinando Vaselli, solo dopo un accurato lavoro di improvvisazione con gli attori. La rappresentazione non vuole essere educativa, ma viene utilizzata dall’autore come metafora per raccontare una generazione sola, lontana e annichilita.
Coso e Cosa assomigliano a Estragone e Vladimiro: come loro, aspettano, non Godot, ma il loro pusher, che – come Godot – tarda a presentarsi. La scena è dotata esclusivamente di un divano immondo e di un’esile struttura in legno, che cambia funzione durante lo svolgersi dello spettacolo: uno specchio, una porta, un pulpito. Le azioni dei personaggi sono un mero diversivo per ammazzare il tempo: assumono cocaina, si perdono nel viavai degli aerei, litigano, mentono, sognano di scappare via lontano, ballano convulsamente al ritmo di musica techno – una canzone ossessiva che continua a ripetere «Non me fa sentì lontano, non me fa sentì solo. Non me fa sentì niente amò».
Nell’alternarsi di monologhi solipsistici e di dense sticomitie, che giocano sulla ripetizione spesso eccessiva, si realizza il riflesso dell’individuo egoista e consumatore, che si propone di evadere dalla propria condizione, senza alcuna volontà di provarci realmente. «Ladyoscar è una riflessione sull’umano, e sulla trasformazione del linguaggio, che è in parte televisivo e in parte post-pasoliniano», sono le parole che Ferdinando Vaselli, autore e regista, ha scelto per descrivere la sua rappresentazione di una realtà ai margini.
Come i personaggi beckettiani, Coso e Cosa sono fortemente caratterizzati nella loro fisicità: Alessia Berardi crea una figura nervosa e svelta che, nella danza frenetica, trova sfogo e respiro. Raggiunge l’apice nella corsa disperata che svolge sul palco, intorno al divano su cui dorme il fidanzato; e nel gesto di togliersi felpa e t-shirt conquista una liberazione da cui immediatamente scaturiscono vergogna e pentimento.
Ladyoscar ci presenta l’ombra di due ragazzi che chiedono a Dio ingenti quantità di cocaina, che è ormai diventata una droga alla portata di tutti, che unisce etnie e classi sociali diverse. Dal racconto dei loro sogni emergono il timore di perdere i beni materiali che possiedono e il desiderio di acquisirne di nuovi, passando i pomeriggi chiusi in un centro commerciale. In simili dinamiche la cocaina non corrisponde a un surrogato della felicità, ma della normalità.
Presentato dal gruppo 20Chiaviteatro, Ladyoscar ha debuttato nella splendida cornice del Teatro Palladium, nell’ambito del Festival Teatri di Vetro.