“Ascoltare gruppi come i Måneskin o i Greta Van Fleet e prenderli seriamente è dura perché sono una copia scadente di quel che erano gli altri”.
E vabbè ci siamo cascati anche noi.
Ci ritroviamo qui a parlare del fenomeno Måneskin, anche se indirettamente, tramite le parole di Steven Wilson, frontman dei Porcupine Tree, band geniale e stupenda a mio modesto parere, che forse non tutti conoscono.
Ciò che dice Wilson è sacrosanto e personalmente mi riconosco in questo pensiero.
Però, se vogliamo essere sinceri, non venitemi a dire che i Porcupine abbiamo inventato il Rock Progressive perché allora chiudiamo tutto e buonanotte!
Credo fermamente che nella storia del mondo nessuno abbia inventato nulla,
compreso il fuoco o la ruota, perché i fulmini esistono da sempre e le pietre rotolanti (e non parlo dei Rolling Stones) pure. Quindi, nessuno inventa niente, tutto è una copia di tutto, basta soltanto trovare il tempo giusto per riproporlo, farlo proprio e il gioco è fatto.
Ci vuole la domanda del resto e qualcuno molto bravo a trovare l’offerta adatta.
I Måneskin per me, fossero usciti nei primi 2000 li avrebbero presi in giro e non considerati. Ma adesso è diverso. Ora ci sono i talent, ci sono le grandi aziende dietro che costruiscono tutto, che creano addirittura la domanda e l’offerta, insomma si fanno tutto loro.
E allora i 70.000 del Circo Massimo non sono altro che l’azienda musica,
non c’è niente di nuovo, tantomeno di vero, c’è solo un prodotto, un prodotto che, piaccia o meno, è un prodotto vincente, che vende e pure tanto. Quello che mi rammarica è il fatto che tutto accada in pochi anni, che si diventi Re così, senza fatica.
E capisco chi fa musica da decenni perché continui ad ascoltare i Led Zeppelin piuttosto che i Måneskin.
“C’è un tempo per tutto, ma non un tempo per tutti”.