Terramatta

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Terramatta è un film del 2012 diretto dalla regista  Costanza Quatriglio che verrà proiettato alla Casa del cinema oggi 24 aprile. E’ tratto dal libro di memorie Terra matta di Vincenzo Rabito, edito da Einaudi nel 2007. Le immagini del film provengono dall’Archivio dell’Istituto Luce e da altri archivi privati insieme alle riprese della Chiaramonte Gulfi – con i tre figli dello scrittore –, delle campagne siciliane e delle pagine originali del diario di Rabito, conservato all’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano.

Terramatta, di Costanza Quatriglio, Ita 2012, 74’

Sceneggiatura: Chiara Ottaviano e Costanza Quatriglio

Fotografia: Sabrina Varani

Musiche: Paolo Buonvino

Produzione: Istituto Luce, Stefilm International, Cliomedia officina

Distributore: Cinecittà Luce

Interpreti e personaggi: Roberto Nobile(voce narrante di Vincenzo Rabito)

«Se all’uomo in questa vita non ci incontro aventure, non ave niente darraccontare.» Così scrive Vincenzo Rabito nel suo diario di 1027 pagine senza margini, a interlinea zero, con un punto e virgola ad ogni parola .

Terramatta è il racconto delle avventure di un uomo del popolo che in tempi oscuri e ostili di guerra del Novecento italiano ha trovato in se stesso le ragioni profonde per dare possibilità al proprio esistere, per colorare l’io di universalità e restituire il senso di comunità. Terramatta è la straordinaria ostinazione di un uomo siciliano analfabeta nel conquistarsi l’istruzione, laddove l’esperienza diviene il nutrimento del suo linguaggio. Linguaggio sgrammaticato da cui emerge la forza della parola che è più di quanto noi immaginiamo: la parola è potere. Squarcia il silenzio. Informa. Denuncia. Resiste. Distrugge. Vive nella sua necessità di essere creata e definita, nasce dall’energia di un pensiero che si traduce in suono. La parola è dell’uomo: è mia, è tua, è nostra, è vostra, è loro. Parole lette con trasporto da Roberto Nobile, filmate e impresse nelle immagini del film dalla regista Costanza Quatriglio che riesce a disseminarle lungo la narrazione come a volerle incorporare all’interno del contesto storico in cui sono state scritte, parole vive in un immaginario di memoria individuale e collettiva.

Così, Vincenzo Rabito scrivendo la sua autobiografia, di fatto, riscrive la storia di tutti. Con la scrittura conquista la parte definitiva del proprio sé: bracciante, contadino, cantoniere. E alla fine però lo si ricorda come scrittore. Vincento Rabito è un uomo che ha creato tutto con la forza delle mani; anche la scrittura è un lavoro manuale. Nel film documentario questo viene ben messo in luce dai fotogrammi che catturano l’inchiostro sulle pagine del diario, restituendo allo spettatore la corposità dell’inchiostro, del gesto che solca la pagina, la porosità della carta. Tutto diviene materia attraverso l’atteggiamento fenomenologico di uno sguardo sulla realtà che mette in scena il valore dell’istruzione come mezzo d’emancipazione.

L’essenza di questo documentario è l’essenza del punto di vista della regista che dona allo spettatore la chiave per accedervi: “io”. È un “io” che in una vicenda umana, intima e personale diventa un “noi” nella spettacolarizzazione dell’avventura esistenziale di Vincenzo Rabito. Un esperimento ben riuscito quello di Costanza Quatriglio che, con una sovrapposizione del passato sul presente, permette di calarci nella realtà e di fare esperienza. Terramatta è una sinfonia di paesaggi di oggi e di ieri in cui tenerezza e verità s’intersecano.

Si ride, si piange, ci si emoziona in Terramatta.

 

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Redazione

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