La redazione di Pellicole di cartapesta organizza mensilmente delle retrospettive su grandi registi ed autori della storia del cinema, suddivisi in delle macro-categorie, definite in questo modo: Big Studios (i registi che hanno cercato di scardinare il sistema del Codice Hays dall’interno nell’epoca d’oro di Hollywood che va all’incirca dalla fine degli anni ’20 fino ai primi degli anni ’50); Maestri e Autori (prende in esame quelle personalità, di tutti i Paesi, forti e autonome, che hanno lasciato un segno nell’evoluzione del linguaggio cinematografico e per la portata delle tematiche che hanno trattato nei loro film, soprattutto da indipendenti, al di fuori delle grandi produzioni); Maestri del Cinema Italiano (registi ed autori importanti per una definizione delle peculiarità interne al nostro cinema, non sempre e solo caratterizzato dai successi delle commedie, come il neorealismo ed i nuovi autori degli anni ’60 hanno saputo dimostrare, categoria però dove sono esclusi quei registi italiani che hanno sviluppato un percorso scevro delle caratteristiche fondanti il nostro cinema popolare, populista e ancora oggi provinciale); Cinema Indipendente U.S.A. (in America, al contrario di quanti pensino, c’è tutta una realtà e una tradizione di cinema indipendente e sperimentale che nasce e si sviluppa proprio nel mezzo di quegli anni Cinquanta di crisi dei grandi studios e di avvento della televisione, attraverso la nascita del New American Cinema, e le retrospettive andranno ad analizzare autori anche fuori del sistema produttivo-distributivo classico, autori radicali nel vero senso del termine). Oltre a queste macro-categorie, saltuariamente, ci dedichiamo a piccole rassegne tematiche, strettamente collegate ai fatti ed alle “tradizioni” del rispettivo mese di pubblicazione.
In questo caso, legato alla sezione Maestri e Autori, abbiamo preso in esame l’intera cinematografia del regista texano Terrence Malick, autore per ora di soli cinque film, ma in lavorazione su altri tre che dovrebbero veder luce tra quest’anno e il 2013. Regista visionario e spirituale, filosofo e ambientalista, Malick è uno dei pochi registi al mondo (se ne contano sulle dita di una mano) che fa sentire la presenza della macchina da presa, riuscendo a materializzare il sentire delle cose e delle persone, attraverso uno stile unico al mondo che riesce ad unire il sublime al terribile, il lirismo all’orrore ciclico e nefasto della Terra). Cinque film, cique perle, fra cui almeno due capolavori: La sottile linea rossa (1998) e The Tree of Life (2011).
Buone letture e buone visioni!
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